C’è anche l’Università di Verona tra le eccellenze accademiche del Nord Est che stanno per raccogliere i primi frutti di Smact, il Centro di competenze di alta specializzazione dedicato ai progetti di ricerca applicata e all’innovazione tecnologica per le imprese del Triveneto. Il complesso è stato inaugurato (virtualmente, causa Covid) pochi giorni fa a Ca’ Foscari, nel campus di San Giobbe, dove sono collocati gli uffici del nuovo polo innovativo del Veneto. Appena un anno e mezzo dopo l’inizio delle attività prende concretamente vita il progetto ideato nel 2016 e che ha già ricevuto un primo finanziamento dal ministero dello Sviluppo economico. All’inaugurazione, con l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Roberto Marcato, una sfilata di rappresentanti degli atenei del territorio.
Smact infatti nasce dalla collaborazione di otto università del Triveneto (oltre a Verona si sono fatti avanti Padova, Venezia con Ca’ Foscari e lo Iuav, Trento, Bolzano, Udine, la Sissa di Trieste), più due enti per la ricerca (l’Istituto nazionale di Fisica nucleare e la Fondazione Bruno Kessler) e la Camera di Commercio di Padova. Nel complesso, si tratta di strutture in grado di mobilitare oltre 155 mila studenti, seimila ricercatori e di generare 300 brevetti, il che assicura competenze e know-how difficili da trovare in tale concentrazione in Europa, figuriamoci in Italia al di fuori di Milano e Torino. A questo pool di “cervelli” si aggiungono 29 aziende private, tra le quali, solo per citarne alcune, Electrolux Italia, Intesa Sanpaolo, Ovs, Save, Thetis, Tim, Umana e il Gruppo Pam.
Gli ambiti di ricerca e attività del competence center, anche se non limitati per settore, si focalizzano in particolare su tre ambiti, destinati a rapporti e collaborazioni con le piccole e medie imprese del Triveneto e al loro orientamento. Viene offerto un supporto alla loro evoluzione sia dal punto di vista digitale che tecnologico. Il Centro Smact si occupa quindi di fornire formazione avanzata alle aziende e progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale, oltre che procurare servizi di trasferimento tecnologico destinati a moltiplicare l’impatto delle imprese sul territorio. Obiettivo, viene detto, è l’ottimizzazione dei processi produttivi con maggiore qualità del prodotto e riduzione del costo di esercizio degli impianti di produzione. Da non trascurare miglioramento e innovazione di prodotto, con maggior velocità di passaggio dal prototipo alla produzione e quindi al mercato.
Finora, come anticipato, il “centro di competenza” triveneto ha ottenuto il finanziamento di 7 milioni dal ministero dello Sviluppo economico, divisi fra 4,3 milioni in fase di start up e sviluppo e altri 2,7 milioni destinati ai progetti di innovazione tecnologica per le piccole, medie e grandi imprese. Nei primi 18 mesi di attività sono stati avviati 17 progetti vincitori del bando innovazione: da un impianto di innevamento intelligente a un social network di valutazione dei fornitori, dalla visualizzazione in 3D per individuare difetti nei componenti meccanici alla chiave a radiofrequenza per le flotte di auto in car sharing. L’organizzazione di Smact è strutturata con una rete diffusa sui territori: linee dimostrative in cui le imprese possono toccare con mano le nuove soluzioni tecnologiche ed esempi di utilizzo innovativi.