In questi giorni la politica italiana è incagliata sul nodo Copasir. Ai più la sigla non dice niente. Significa “Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.“ E’ una commissione di controllo sui servizi segreti. I servizi, anche se segreti, esistono. Servono per la sicurezza dello Stato e raccolgono informazioni riservate. Ma è opportuno, specie con quello che è successo nel recente passato a proposito di deviazioni, infiltrazioni e attentati, che qualcuno li controlli. Per quel che si può controllare. La presidenza di questo comitato spetta per legge all’opposizione. Prima del governo Draghi era in mano alla Lega. Ora che la Lega è al governo, spetta a Fratelli d’Italia, l’unico partito d’opposizione. In particolare dovrebbe essere il sen. Adolfo Urso, attuale vice-presidente, ad andare alla presidenza. Invece Salvini non vuol mollare il posto. A questo punto dovrebbero intervenire i presidenti delle Camere. Ma non lo fanno.  E questo, come spiega

Luciano Violante, ex presidente della Camera che è stato relatore della legge che norma l’equilibrio dei poteri all’interno del Copasir, è un vulnus alla democrazia. «Il Copasir – spiega Violante- è un organismo un po’ particolare. È composto in numero pari tra membri della maggioranza e dell’opposizione, si vuole evitare che il Copasir abbia una maggioranza corrispondente a quella del Governo perché essendo il Presidente del Consiglio l’autorità nazionale per la sicurezza e potendo lui affidare la delega ai Servizi a un sottosegretario che risponde solo a lui, è necessario un organismo che abbia la legittimazione politica idonea al controllo.» 

«La legge – continua Violante- dice che il presidente appartiene ai gruppi dell’opposizione» 

Invece adesso la presidenza continua ad essere in mano alla maggioranza. Ci deve essere una soluzione, i costituzionalisti hanno indicato alcune strade, spetta ai presidenti delle Camere decidere quali adottare.»