«In questo Paese tira una brutta aria per la democrazia, lo dico da tempo e lo confermo. Tutta la mia solidarietà a Matteo Salvini, uno dei bersagli preferiti di questi potenziali delinquenti». Questo ha dichiarato all’ANSA Zaia in merito alle minacce ricevute da Salvini sul web. Non ha tutti i torti il governatore del Veneto. Anzi. Ha ragione. Ma non solo per gli idioti che usano la rete per minacciare. Sarebbe riduttivo valutare i pericoli per la democrazia solo da questo. C’è dell’altro.
Prendi il controllo del territorio. Esistono zone franche dove si spaccia alla luce del sole e dove i “pusher” aggrediscono i giornalisti che vanno a documentare questo sconcio. La Polizia interviene a spot perché, dicono, usano i pesci piccoli per colpire quelli grossi. Ma intanto, mentre cercano di pesci grossi, lo spaccio continua. Questo non è un pericolo per la democrazia?
E lasciare che vengano occupate abusivamente le case di privati cittadini senza che lo Stato intervenga non è un pessimo esempio di latitanza delle istituzioni che non tutelano la proprietà privata? E permettere che in alcune zone del sud esistano delle intere porzioni di territorio controllate dalla delinquenza organizzata è un buon servizio alla democrazia?
Avere uno stato inflessibile con chi lavora e paga le tasse e remissivo con chi delinque; uno stato rappresentato più dal fisco, onnipresente e prepotente, che dalla Polizia, poco visibile e troppo spesso con le mani legate, non è un pericolo per la democrazia?
E’ un pericolo sì! Perché ognuno di questi fatti – e ce ne sono troppi altri- è un mattone che viene sfilato dalla costruzione del sistema costituzionale che ha retto fin qui l’Italia. Cava un mattone oggi, cavane un altro domani, poi succede il patatrac. Ed allora è troppo tardi. Zaia ha ragione.