Più che un tributo doveroso un segno di ringraziamento all’uomo, all’architetto, all’artista, al maestro e al libero pensatore che ha ridisegnato il volto di Verona dalla ricostruzione del Dopoguerra (compresi i ponti storici con il soprintendente Piero Gazzola) allo sviluppo urbano della città. A poco più di un anno dalla scomparsa l’Ordine degli Architetti, insieme all’associazione culturale Architetto Libero Cecchini, mantiene la promessa e ha intitolato a Libero Cecchini la Sala Consiliare nella sede M15 dell’Ordine agli ex Magazzini Generali. A tagliare il nastro con il presidente dell’Ordine Amedeo Margotto c’era Vittorio Cecchini, figlio di Libero Cecchini e lui stesso architetto, e presidente dell’associazione. Oltre a Laura De Stefano, vicepresidente degli architetti, tra i curatori dell’ultima mostra sul maestro, e gli assessori Ilaria Segala (alla Pianificazione urbanistica) e Francesca Briani (alla Cultura).
Non c’è una targa a ricordare il nome di Libero Cecchini, ma un’incisione nella “sua” pietra con un monito-testamento per quanti hanno fatto dell’architettura la propria professione. “Inserirsi nelle pieghe del paesaggio”, dice l’iscrizione tra le doghe di legno del pavimento davanti alla sala consiliare: idea dell’arch. Paola Ravanello, a ricordare l’impronta e il sigillo che la sua architettura ha lasciato nelle pietre di Verona, e non solo. Un messaggio che si completa con la firma di Libero e il timbro dell’Ordine sul n. 17 della sua iscrizione all’Albo degli architetti veronesi nel 1945. Opera di Matteo Cavaioni, già collaboratore di Cecchini, l’incisione fissa, indelebile, la firma di Libero nella “casa” degli architetti di Verona e il suo testamento poetico: la passione per i materiali e per il paesaggio che ha attraversato con mani e cuore fin nelle fessure più inedite.
Da lì lo ha guardato, progettato, interpretato, plasmato, ri-creato e riabilitato in modo che l’architettura potesse arrivare a tutti: in un’attenzione continua all’identità dei luoghi, alla memoria, alla storia urbana del contesto e al suo divenire moderno e innovativo. Amava definirsi un “paesaggista dell’urbanistica”, a sottolineare come nelle sue opere di restauro, architettura, design, urbanistica e scultura ci fosse la connessione tra progetto e contesto: in quella necessità di riconoscere l’alto valore delle preesistenze, storiche e del paesaggio cui il progetto deve sempre sottostare.
Nell’occasione è stata illustrata un’anteprima delle due iniziative culturali e di divulgazione che l’associazione culturale, nata nel 2009 proprio per il 90° compleanno dell’architetto, sta curando per mantenerne viva figura e operato, i più di 600 progetti in 70 anni di professione tra opere pubbliche, ville e residenze tra città, lago e Lessinia. Disegni e progetti dell’immenso archivio Cecchini saranno catalogati e consultabili su un sito web. Inoltre un museo virtuale che raccoglie le immagini, i disegni e le interviste e ripercorrono il percorso umano e professionale di Cecchini, l’idea nata dalla tesi di Master in Digital Exibit (IUAV) dell’architetto Elisabeth Foroni.
“Non c’è Verona fuori dalle mura costruite da Cecchini, scrivevamo alla sua scomparsa. Ma oggi quello dell’Ordine è un piccolo segno tangibile di ringraziamento per l’eredità che ha lasciato a noi professionisti e a tutta l’architettura. Lo avevamo festeggiato”, sottolinea il presidente Margotto, “insieme alla città nel 2019 per i suoi cento anni, presenza costante e riferimento umano e professionale per generazioni di architetti. Ha incarnato, nella sua poliedricità di vedute e di approccio, la figura dell’architetto e dell’artista-scultore capace di forgiare pensiero e materia, storia, modernità e identità, metodo e tecnica, ispirazione e capacità organizzativa. Nei progetti restano incise la sua visione dell’architettura e la sua personalità: l’amore innato per i materiali, per la pietra, per la scultura e il suo paesaggio”.
“Le iniziative culturali e la dedica della sala diventano ulteriore stimolo per promuovere il grande archivio che Libero ci ha lasciato”, spiega Vittorio Cecchini. “Senza conoscenza non ci può essere valorizzazione: ecco perché l’obiettivo è farlo conoscere ai giovani architetti di cui si è sempre circondato, mai considerandosi superiore ma aperto a nuovi stimoli ed esperienze”. Nelle parole degli assessori Segala e Briani i ricordi personali e l’impegno di Verona: un omaggio all’architetto che si è interessato agli sviluppi urbani della sua Verona fino agli ultimi giorni, consegnando all’amministrazione anche una sua idea per il futuro Central Park, proposta con un giovane architetto. E infine la dedica dell’assessore Briani a Cecchini per la riapertura del Centro internazionale di fotografia agli Scavi Scaligeri, che proprio il maestro aveva recuperato a fine anni Settanta.