L’assemblea di Veneto Sviluppo Spa, la Finanziaria Regionale del Veneto, ha approvato il bilancio 2020, completando una serie di otto anni consecutivi in attivo. L’anno scorso si è chiuso con un utile netto di 357 mila euro (che sembra poco, ma fare cassa non è certo l’obiettivo della società) e investimenti per quasi 18 milioni come liquidità anticrisi a favore di 425 imprese venete nel solo secondo semestre dell’anno orribile del Covid. La pandemia ha imposto un cauto studio degli investimenti in portafoglio e rettifiche prudenziali per circa 1,8 milioni, e nonostante questo la finanziaria ha incrementato i propri ricavi (sempre più orientati sui nuovi business, collaterali rispetto alla gestione dei fondi per i finanziamenti e le garanzie pubbliche) soprattutto grazie agli impatti positivi generati dai “Veneto Minibond”.
Mentre i costi amministrativi sono rimasti in linea con l’ultimo triennio (-13,3% dal 2017 al 2020), si è ulteriormente estesa la platea delle aziende venete che hanno beneficiato delle operazioni di finanziamento e garanzia agevolata, sia per il riequilibrio del circolante che a supporto agli investimenti. A fine anno infatti erano quasi 12 mila le imprese supportate, in crescita del 12,4%, per un valore delle operazioni di poco meno di un miliardo. È andata bene anche la gestione delle misure anticrisi a sostegno della PMI colpite dal Covid, che da luglio a dicembre permesso di iniettare liquidità appunto a 425 imprese nel periodo 2020, tramite finanziamenti per 16,7 milioni e contributi per 700 mila euro. La stessa misura sta avendo effetto anche sul 2021: al 30 aprile, rispetto alla dotazione iniziale di 30 milioni, ne sono stati impiegati altri 12 milioni a favore di 297 imprese. Uno strumento efficace, che ha indotto quindi la Regione Veneto a integrare la dotazione con altri 10 milioni.
Inoltre i risultati 2020 di Veneto Sviluppo sono stati ottenuti senza drenare liquidità dalle 28 società partecipate (per un valore di portafoglio di circa 43,5 milioni), attuando cioè la politica di rinuncia ai dividendi. In questo modo le partecipate hanno potuto dedicare le risorse alla gestione del proprio core business nella critica fase della pandemia. Il CdA ha infatti all’assemblea di non distribuire i dividendi di esercizio, decidendo di autofinanziare la società, considerata la fase di uscita dall’emergenza che richiede ancora alla Finanziaria Regionale di supportare, anche con mezzi propri, i fabbisogni delle imprese venete.
“Siamo sicuri di aver fatto la nostra parte per provare ad arginare la crisi delle piccole e medie imprese della regione, gestendo per quanto possibile l’emergenza economica con pragmatismo e velocizzando ulteriormente molte procedure”, ha spiegato il presidente di Veneto Sviluppo, Fabrizio Spagna. “Come nel 2020 anche quest’anno siamo in prima linea nel portare sostegno concreto alle imprese, attraverso la liquidità con le misure regionali anti crisi, ma anche sostenendo il riassetto e il rilancio di validi progetti aziendali veneti, nella speranza di non trascurare alcuna valida proposta”.