L’OMS ha presentato a Ginevra il “Global Heath Statistics 2021” rapporto annuale dell’Oms con i principali dati sulla salute della popolazione mondiale.

Secondo il rapporto ci sono stati nel mondo oltre 153 milioni i casi di Covid 19 e 3,2 milioni di morti. 

Più del 75% dei casi s’è registrato in Europa, 6.114 casi per 100 mila abitanti, col 34% dei morti, e in America, con 5.5562 casi per 100 mila abitanti e col 48% dei morti.

Il Covid ha colpito soprattutto i paesi ad alto reddito. Il 45% dei casi si è concentrato in 20 degli stati più sviluppati (12,4% della popolazione mondiale). 

E già questo è un dato su cui riflettere. E’ un caso? Come mai, visto che per la stessa OMS il benessere e la salute sono strettamente correlati con le condizioni economiche, sociali e politiche proprio i paesi più sviluppati sono i più colpiti? Perché questa contro-tendenza?

Più difficile la stima per altre zone del mondo. Tanto che Samira Asma, vicedirettore generale dell’Oms, stima che i decessi da Covid siano “almeno il doppio, il triplo di quelle ufficiali”. 

Il Covid diventa, direttamente o indirettamente e senza sapere le conseguenze a lungo termine, una delle prime cause di morte e riduce l’aspettativa di vita.

L’aspettativa di vita mondiale è aumentata da 66,8 anni nel 2000 a 73,3 anni nel 2019. Maggiore nelle femmine e nei paesi ricchi. Da notare che il più forte aumento di questo dato si registra nei paesi poveri grazie alla riduzione della mortalità infantile.

La principale causa di morte per un singolo agente infettivo è la tubercolosi, che nel 2019 ha colpito 10 milioni di persone, mentre di AIDS si sono ammalate 1,7 milioni di persone. 

Dimezzati i morti da malaria: da 736.000 nel 2000 a 409.000 nel 2019.

Per diabete e malattie croniche respiratorie l mortalità è diminuita del 37%. Per malattie cardiovascolari del 27%. Per tumori del 16%.

 Diminuita anche la mortalità per suicidio, omicidio, avvelenamento accidentale e incidenti stradali, soprattutto a carico di maschi che rischiano più delle femmine di morire a causa di lesioni.

Tutti questi dati in miglioramento, osserva il rapporto dell’OMS, sono minacciati dalla pandemia.