Come temevamo (qui il nostro articolo di sabato scorso). L’ampliamento del Museo di Castelvecchio e il trasferimento del Circolo Ufficiali in un’altra sede diventa tema di battaglia elettorale. Dopo le posizioni dal Centrodestra dei giorni scorsi (contrarie a questa ipotesi), questa mattina Pd, Traguardi e +Europa si sono per la soluzione San Giacomo di Galizia, all’interno della Cittadella con al centro l’Ospedale Militare.
«Chi difende la sede attuale del Circolo Unificato dell’Esercito, e non il Circolo in quanto tale, ha a cuore solo i propri interessi elettorali, perché crede di aver individuato una nicchia di voti da conquistare. Così facendo, dimostra di non conoscere abbastanza i rappresentanti delle Forze armate a Verona, che invece vogliono servizi efficienti per sé e il bene della città. La prossima Amministrazione dovrà esprimersi in maniera netta su questo dossier strategico e per noi la posizione è chiara: sì a una sede prestigiosa e moderna per il Circolo, sì al Grande Castelvecchio».
È questo, in sintesi, quanto emerge dalla conferenza stampa congiunta convocata da PD, movimento civico Traguardi e +Europa per ribadire l’importanza del progetto del Grande Castelvecchio per il futuro della città: un polo museale prestigioso, attrattivo e accessibile, con servizi all’altezza degli standard internazionali che può nascere solo dall’ampliamento del Museo di Castelvecchio nell’area di circa duemila metri quadrati coperti, oltre a spazi esterni, che attualmente ospita il Circolo Unificato dell’Esercito, ex Circolo Ufficiali. Il progetto è promosso dalla Civica Alleanza per un Grande Castelvecchio, che riunisce un grande numero di cittadine e cittadini e ha già realizzato, donandolo all’Esercito, un piano per una sede alternativa nell’ex convento di San Giacomo di Galizia, all’interno dell’area dell’Ospedale Militare di Santo Spirito.
Questa mattina, a Palazzo Barbieri, erano presenti i consiglieri comunali Elisa La Paglia e Stefano Vallani, del PD; per Traguardi, il presidente Pietro Trincanato e la storica dell’arte Giulia Adami, componente dell’assemblea dei soci dell’Accademia di Belle Arti di Verona; per +Europa, il presidente provinciale Lorenzo Dalai e Roberto Capuzzo del coordinamento regionale.
«Il tema dell’ampliamento del Museo di Castelvecchio per rendere spazi necessari alle collezioni, alla miglior fruizione in chiave moderna del Museo e per dare ai milioni di turisti e a tutti i cittadini un luogo unico della città è un argomento affrontato dal gruppo consiliare del PD sia in questa, che nelle precedente consigliatura», ricordano Vallani e La Paglia. «Con l’approvazione, nel secondo mandato Tosi, di una mozione votata poi all’unanimità e con l’emendamento, sempre a firma della consigliera Elisa La Paglia, accolto come raccomandazione dall’Amministrazione in sede di votazione di Bilancio di Previsione e Documento Unico di Programma possiamo affermare chiaramente che la volontà del consiglio comunale e della giunta si è già palesata. Quindi invitiamo l’assessore Marco Padovani, assieme alla giunta e al sindaco, a passare all’azione e ad una riflessione condivisa per il bene della città, senza distinzioni o tifoserie politiche, non contro le forze militari le quali possono essere ampliamente ristorate consentendo una valida alternativa, ma per dare dignità ad un Museo ammirato da tutto il mondo ed offrire nuovi servizi alla città. Siamo quindi convinti della necessità di avviare tutte le procedure utili a livello nazionale perchè Castelvecchio possa essere nella piena disponibilità del Comune».
Aggiungono Trincanato e Adami, di Traguardi: «È ora di fare chiarezza, perché se è legittimo avere posizioni diverse su un tema, ciò non può essere fatto basandosi su informazioni falsate o distorte. Non esiste una Verona “amica dei militari”, che per questo difende il Circolo, e una nemica, ingrata nei confronti di ciò che l’Esercito ha fatto e fa per il Paese. C’è, semmai, un pezzo di città consapevole che la Verona di oggi non è quella della Guerra Fredda, o di Radetzky, e chi invece pensa che nulla sia cambiato nel corso dei decenni. Gli unici ad essere “contro” qualcosa, quando si parla di Grande Castelvecchio, sono coloro che con il solo argomento della difesa di una tradizione vogliono il male della città, che di quegli spazi ha assoluto bisogno se vuole rilanciare la sua offerta cultura e turistica. Se all’indomani della Grande Guerra, quando i meriti delle forze armate non erano in discussione, fu semplice comprendere che senza Castelvecchio la città non avrebbe mai avuto un museo degno della sua importanza e della sua storia, possibile che oggi, in un’epoca di esercito altamente professionalizzato e numericamente molto più esiguo, si possano ancora avere dubbi sulla necessità di spostare – non cancellare – il circolo? Se la sua sede fosse un’altra, ad esempio Palazzo Carli, a nessuno verrebbe in mente di farne un museo, ma è chiaro che Castelvecchio, e dunque Verona, non può fare a meno di quegli spazi. Com’è successo a Roma, dove, nonostante le dichiarazioni imprecise dell’assessore Marco Padovani, Palazzo Barberini non è più da tempo sede del Circolo della Capitale (che ha ben altra presenza militare rispetto a Verona!), essendosi spostato nella vicina Palazzina Savorgnan di Brazzà per lasciare spazio alla Galleria nazionale d’Arte antica. E, per fare i precisi, occupa uno spazio di molto inferiore a quello del circolo di Verona».
Dalai, presidente di +Europa Verona: «Chi tenta di portare la questione su “favorevoli e contrari” all’Esercito, dimostra di voler solo cercare di sviare l’opinione pubblica, non avendo una chiara progettualità per Verona. Noi siamo ben consapevoli delle funzioni essenziali che hanno le nostre Forze armate, in particolare nella campagna di vaccinazione anti Covid». Capuzzo, del coordinamento regionale di +Europa, aggiunge: «Il tema è che quella parte del complesso di Castelvecchio è assolutamente indispensabile al Museo, che non può essere allocato in nessun altro sito della città, mentre il Circolo Ufficiali ha a disposizione molteplici possibilità. Auspichiamo un dibattito franco e scevro da tatticismi elettoralistici».