(di Giovanni Serpelloni) La vaccinazione delle fasce giovanili è sicuramente un’azione razionale e auspicabile, soprattutto per poter riaprire le scuole in vera sicurezza e ridurre il contagio tramite i giovani alle fasce adulte più a rischio. Organizzare quindi gli Open Day” anche per I giovani è sicuramente una ottima cosa non dimenticando però che vi sono ancora fasce adulte resistenti e anziani non ancora raggiunti da vaccino e che costituiscono una attuale priorità.
A questo proposito mi sembra utile e doveroso portare a conoscenza una lettera di alcuni colleghi medici vaccinatori pubblicata anche su Huffingtonpost. Il problema sollevato è rilevante e merita una riflessione. In conseguenza dell’Open Day sui vaccini in cui verranno offerti anche ai giovani, un gruppo di medici vaccinatori lancia una allerta sulla pericolosità di tale offerta per il vaccino AstraZeneca in relazione all’aumentata frequenza di trombosi venosa associata a diminuzione delle piastrine registrata proprio per questo vaccino.
Nella lettera dei colleghi si legge che le osservazioni cliniche mostrano un rischio aumentato di trombosi soprattutto nelle giovani donne, fatto per il quale questo medici ritengono che che sarebbe meglio sconsigliare il vaccino AstraZeneca in questa fascia di popolazione che peraltro ha dimostrato di essere più sensibile all’insorgenza del grave effetto collaterale. La loro motivazione di escludere AstraZeneca dalla lista dei vaccini “Open Day” per I giovani, si basa quindi sul fatto che la trombosi si manifesterebbe più frequentemente proprio nel vaccino AstraZeneca rispetto agli altri vaccini, con un tempo di latenza post-vaccinale di solito dai 5 ai 15 giorni e con un interessamento maggiore proprio delle fasce giovanili femminili.
Per questo motivo i medici vaccinatori firmatari sconsigliano nella fasce giovanili femminili, l’utilizzo del vaccino AstraZeneca. Osservazioni e considerazioni che secondo alcuni necessiterebbero di maggiori evidenze scientifiche ma che, vista la grande corsa al vaccino e l’euforia imperante, dovrebbero far prevalere il principio di precauzione, tenendo conto anche che le giovani donne, in caso di infezione da SARS-CoV2, avrebbero un rischio di ospedalizzazione e di evoluzione clinica negativa, praticamente nullo. Il rischio che si vuole evitare quindi vaccinando con AstraZeneca è che nel tentativo di prevenire l’infezione non si vada a creare danno a qualche persona per l’insorgenza, anche se rara, di una trombosi altamente fatale. Qui la lettera integrale: https://www.huffingtonpost.it/entry/perche-secondo-noi-astrazeneca-non-e-un-vaccino-per-giovani_it_60b33acce4b04ddf13eee37e