I giovani, appena è stata data la possibilità agli under 40, si sono prenotati in massa per la vaccinazione anti-Covid. E’ un fatto positivo perché fa ben sperare per raggiungere presto “l’immunità di gregge”. Ma siamo all’inizio dell’estate e somministrare adesso la prima dose comporta qualche difficoltà per la seconda. Di mezzo ci sono le vacanze e un rischio: che uno, pur di andare in ferie si “dimentichi” di fare il richiamo. Perciò il Ministero della Salute e le Regioni stanno studiando un sistema per facilitare la somministrazione della seconda dose a quelli che fanno la prima in questo periodo.
Un’ipotesi è che al momento della prima si possa contrattare in base ai movimenti vacanzieri l’appuntamento della seconda all’interno del “range” delle settimane d’intervallo per ciascun vaccino (21/42 giorni per Pfizer e 4/12 settimane per Astra Zeneca). Per Johnson, che è monodose, nessun problema, ma non ce n’è abbastanza per tutti. Un’altra possibilità, più complicata sia per chi lo riceve sia per chi lo fa, è di poter fare la seconda dose nel luogo di vacanza.
Più complicato il caso di chi si trattiene nel luogo di vacanza per un lungo periodo, superiore alla media di 5/10 giorni. O dei lavoratori stagionali che devono stare in una regione diversa da quella dove hanno ricevutola prima dose. I questi casi sono le Regioni che dovrebbero “parlarsi” e che dovrebbero spostare e compensare i vari appuntamenti. Un’operazione piuttosto difficile anche tecnicamente perché i sistemi informatici sono diversi. Gli addetti ai lavori ci stanno ragionando.