L’innovazione non si ferma mai e l’Italia una volta tanto è decisa a non rimanere indietro. Il tema è quello dell’Intelligenza Artificiale, destinata a rivoluzionare non solo l’economia e le imprese ma la vita stessa di tutti, giorno per giorno. Per questo motivo Anitec-Assinform ha deciso di lavorare a un protocollo che coinvolga i principali protagonisti del settore per sostenere la crescita della AI – e in fretta, perché anche il fattore tempo ha una grande importanza – abbastanza da contribuire alla ripresa italiana che altrimenti rischia di essere più che vanificata dalla reattività dei concorrenti.
Non stiamo parlando di gadget e dell’ultima generazione di telefonini, ma di una rivoluzione epocale con enormi risvolti economici: un dato su tutti è l’impatto che l’Intelligenza Artificiale avrà sul Pil mondiale, cioè una crescita a due cifre. Un recente studio di PwC precisa che nell’ormai vicino 2030 l’incidenza sul Pil mondiale sarà pari al 26%: in cifre un totale di 15,7 miliardi di dollari. Se guardiamo all’Europa si stima una crescita del 19% del Pil attribuibile alla AI, per un totale di 2.700 miliardi di euro, secondo gli analisti di McKinsey. Ed è da questi dati che parte il rapporto “Promuovere lo sviluppo e l’adozione dell’Intelligenza Artificiale a supporto della ripresa”, compilato e presentato dal tavolo Anitec-Assinform sulla AI, che intende contribuire a veicolare gli interventi sulla tecnologia più avanzata disponibile per rilanciare l’Italia nel post-pandemia.
E a questo tavolo è stato chiamato anche un pezzo di Verona con Paolo Errico, presidente delle Pmi venete di Confindustria e Ceo di Maxfone, il primo data provider indipendente europeo a fornire un’analisi dei comportamenti del mercato attraverso i big data. “Non nego che sono rimasto impressionato dai nomi che siedono a questo tavolo di lavoro per la preparazione del rapporto”, ha ammesso. “In mezzo a nomi come Accenture o Microsoft, Cisco, Facebook, Google, Leonardo, Nokia, Oracle o Tim noi siamo veramente piccoli, ma essere stati coinvolti in questa analisi di sistema è sicuramente un grande riconoscimento del lavoro che abbiamo finora e delle competenze e delle capacità che siamo in grado di portare in un confronto di questo ambito”.
“Mai come in questo momento le possibilità offerte dalla tecnologia dell’Intelligenza Artificiale possono essere alla portata delle piccole e medie imprese. Occorre cogliere le opportunità offerte al Paese dal Piano nazionale di resilienza e ripresa sul fronte della digitalizzazione per rafforzare l’intero contesto produttivo italiano”, ha rilevato Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, presentando il rapporto e riecheggiando l’analogo entusiasmo che si era manifestato anche al tempo dell’adozione di Industria 4.0. “Con le nuove tecnologie possiamo aiutare il recupero di produttività e di competitività per rendere concreta la crescita del nostro Made in Italy, integrando il mondo dei servizi con una manifattura di assoluta eccellenza mondiale”, ha concluso Gay.
Il rapporto si rivolge a istituzioni e imprese, presentando esempi applicativi nei settori di primo piano (dalla manifattura alla salute e alla pubblica amministrazione, solo per citarne alcuni) e offrendo proposte concrete a chi dovrà disegnare e implementare le politiche di sviluppo. Il percorso di massima è tracciato: le strade maestre individuate per consentire all’Italia di sfruttare al meglio le possibilità offerte dall’Intelligenza Artificiale sono un solido piano di formazione, una visione di investimento permanente, politiche di incentivi mirati e non a pioggia e una strategia per il trasferimento tecnologico tra le università e le imprese. Inoltre il documento di Anitec-Assinform precisa che la AI non va intesa come una forza-lavoro da contrapporre all’elemento umano (come molti ancora mostrano di temere) ma come una leva che si affianca alle persone e alle loro competenze. Per questo è stata infine sottolineata l’importanza di un piano di formazione che sia rapido, efficace e continuo e che da un lato prepari le future generazioni attraverso la promozione delle aree di studio Stem, dagli Its alle università, e dall’altro riqualifichi gli occupati di oggi.