Rafforzare le competenze e le conoscenze in ambito ingegneristico, in favore del sistema sanitario e industriale dell’asse del Brennero. Questo l’obiettivo del nuovo corso di laurea interateneo in Ingegneria dei sistemi medicali per la persona, nato dalla sinergia tra gli atenei di Verona, Trento e Modena – Reggio Emilia e che sarà attivo dal prossimo anno accademico 2021/2022. 

Capofila sarà l’Università di Verona, sede didattica e amministrativa, che metterà a disposizione le sue consolidate esperienze di ricerca e innovazione in campo medicale e robotico, sviluppate nel tempo da studentesse e studenti, ricercatori e ricercatrici, nelle aule e nei laboratori di ateneo. Sedi distaccate saranno Modena-Reggio Emilia e Trento, con le loro competenze scientifiche e laboratoriali nel campo della meccanica e dell’elettronica.  

Il nuovo corso di laurea è stato presentato in sala Barbieri di Palazzo Giuliari, sede del rettorato dell’ateneo scaligero, alla presenza del magnifico rettore Pier Francesco Nocini, del delegato alla Didattica, Federico Schena, e di Paolo Fiorini, docente di Robotica e referente del corso. In collegamento anche i rettori dell’Università di Trento, Flavio Deflorian, e dell’Università di Modena-Reggio Emilia, Carlo Porro

Il percorso formativo dall’approccio ingegneristico è orientato alla realizzazione di dispositivi e sensori per la cura e la salute. Afferisce alla L8, classe delle lauree in Ingegneria dell’informazione.  

Alla realizzazione del corso di studio concorrono la Scuola di Scienze e Ingegneria e la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Verona, il dipartimento in Ingegneria industriale e il dipartimento in Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento e, per l’Università di Modena e Reggio Emilia, la Facoltà di Medicina e Chirurgia e i dipartimenti di Ingegneria “Enzo Ferrari”, Scienze fisiche, informatiche e matematiche e Scienze e metodi dell’ingegneria, coordinati attraverso la Scuola di Ingegneria. Alla conclusione del percorso universitario di tre anni viene conferita la laurea in “Ingegneria dei sistemi medicali per la persona” con il titolo congiunto: nel diploma saranno riportati i nomi delle tre università e le firme di rispettivi rettori e rettrici.  

Fondamentale il sostegno della Fondazione Cariverona che ha finanziato tre ricercatori a tempo determinato che saranno impegnati nel percorso formativo.  

Con accesso libero, il corso di studi intende preparare chi sviluppa dispositivi e tecnologie biomedicali, chi implementa servizi sanitari di assistenza e cura della persona e chi gestisce strumentazioni sanitarie e servizi informatici e di telecomunicazioni per la sanità. 

Le specificità del corso di laurea riguardano innanzitutto l’attenzione a tecnologie emergenti come: algoritmi di controllo ed elaborazione dati, ma anche intelligenza artificiale con sistemi interconnessi tra loro, quali dispositivi indossabili, robot e macchinari dedicati. Un altro elemento chiave è la formazione su aspetti biomedici, etici, psicologici e giuridici. Infine, è caratterizzato dalla duplice natura metodologica e professionalizzante che permetterà a studenti e studentesse di acquisire un bagaglio completo di conoscenze e competenze. 

Per raggiungere tali obiettivi formativi, agli insegnamenti classici di un corso di studi in Ingegneria dell’informazione (analisi matematica, geometria, fisica, informatica, elettronica e meccanica) e di un corso di studi in Ingegneria biomedica (chimica, fisiologia, strumentazione biomedica e medicina), saranno affiancati insegnamenti negli ambiti della robotica e del controllo di dispositivi remoti e autonomi e dell’apprendimento automatico. Gli insegnamenti in tali ambiti prevedono anche attività laboratoriali anche in collaborazione con aziende del settore. 

Laureati e laureate daranno supporto a personale socio-sanitario e persone malate nell’utilizzo delle strumentazioni e nel trattamento dei dati per prevenzione, diagnosi e trattamento terapeutico. La domanda di formazione ha trovato riscontro anche negli studi di settore a livello nazionale e internazionale. Gli sbocchi occupazionali sono promettenti: dalle aziende pubbliche e private del settore biomedico, farmaceutico e biotecnologico, ospedali e case di cura, centri riabilitativi e residenziali per persone anziane e con patologie croniche.