Sono le varianti al centro dell’attenzione dell’Istituto Superiore di Sanita ( ISS) e del  Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo (ECDC) che studiano i continui adattamenti del Covid 19. E’ attraverso le sequenziazioni del virus che gli scienziati riescono a stabilire a quale variante appartenga quello che corre di più in una regione o in uno stato e che valutano l’efficacia dei vaccini.

In questo momento è la variante alfa , detta anche “inglese”, la più diffusa in Italia. Ha una trasmissibilità più elevata rispetto alle varianti che si erano diffuse in precedenza. Contro questa variante i vaccini attualmente somministrati alla popolazione funzionano. E fin qui tutto regolare, secondo le previsioni ed il programma del generale Figliuolo, che ha fatto un buon lavoro.

Adesso però sta nascendo un nuovo problema, dato dalla cosiddetta “variante indiana”, che gli scienziati definiscono variante kappa e delta

Le segnalazioni di casi dovuti a queste varianti virali sono in aumento anche nel nostro paese. La variante delta fino ad un mese fa era al 4%. Oggi è al 16% nella sequenziazione del virus.

Il Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle infezioni prevede che per la più elevata trasmissibilità  entro la fine di agosto la variante delta costituirà il 90% del Covid circolante in Europa. Di qui la raccomandazione dell’Istituto Superiore di Sanità per continuare a monitorare la circolazione delle varianti e le mutazioni e, mettendole a confronto con i contagi, avere costantemente il quadro dell’efficacia dei vaccini. In questo momento chi ha fatto entrambe le dosi (la prima e il richiamo) risulta protetto dall’infezione, almeno nella nella forma grave. Il vaccino rimane sempre l’unica arma che abbiamo a disposizione oltre alle normali e arcinote misure di prevenzione.