Sono tutti Rom – fino a ieri si chiamavano zingari- i 23 arrestati per un giro di furti e rapine dopo essere stati individuati da un’indagine dei Carabinieri di Legnago, allargate al nord Italia. Un’associazione a delinquere con tanto di capi, basi, autisti ed esecutori. La tecnica è sempre la stessa. Adocchiate le vittime, le zingare, vestite “in borghese”, non con le lunghe gonne o i pantaloni all’Alì Babà che le svelerebbero subito, raggiungono la signora da derubare. Con una scusa la fermano e attaccano discorso: chiedendo l’ora o un’indicazione stradale. Oppure si offrono come badante o come donna per le pulizie. Ogni scusa è buona per distrarre la vittima e magari toccarla con qualche gesto di apparente cordialità. Lo scopo è derubarla: soldi, catenina, anelli, braccialetto, tutto fa brodo.
Una delle tecniche più diffuse – capitata un paio di volte anche a chi scrive- è di chiedere l’ora. E già questo dovrebbe insospettire. Chi è che oggi non sa l’ora? Basta guardare il telefonino! Uno alza il polso per guardare l’orologio. Che però vedono anche i Rom. Se è d’oro o di marca, con destrezza tutta loro, mescolando gesti e chiacchiere volte a distrarre, te sfilano e il gioco è fatto. Io invece quelle due volte che m’è capitato, ho subito mangiato la foglia e ho spinto via in malo modo la zingara che qualche metro più in là è saltata su una macchina dove c’era un altro della banda ad attenderla e soprattutto a controllare la situazione. Nel caso il furto con destrezza non andasse a buon fine il “compare” scenderebbe dall’auto e trasformerebbe il furto in rapina strappando l’orologio o la collana alla vittima. Oppure, nel caso la zingara venisse scoperta e stesse per avere la peggio, interverrebbe per “liberarla”. I Carabinieri ne hanno arrestati 23. Ma quanto resteranno dentro? Usciranno presto. C’è da scommetterci. E continueranno a rubare come prima. Come hanno sempre fatto. Non sarà forse per questo che la gente comune non vede bene gli zingari? O si tratta di razzismo?