Il presidente della 1^ Commissione Consiliare Andrea Bacciga ha presentato lo Sportello Ascolto – qui il nostro articolo di presentazione – dell’associazione “Gli Invisibili”, dedicato al problema delle spose bambine, dei matrimoni combinati e delle mutilazioni genitali femminili  che sono reati molto distanti dalla nostra cultura, ma che a causa dell’immigrazione sono entrati a far parte della realtà veronese, pur se circoscritti nell’ambito delle comunità straniere, soprattutto africane e romene. Alla seduta sono intervenute la presidente dell’associazione “Gli Invisibili” Alessandra Zaghi, la dottoressa Giuliana Guadagnini, psicologa e sessuologa e Maria Fiore Adami, presidente della Quinta Commissione.
L’associazione ha allestito un servizio di ascolto online gratuito sportelloaiutoinvisibili@gmail.com da contattare nella totale riservatezza, gestito da sessuologi, ginecologi e ostetriche e che si interfaccia con i servizi territoriali e le Forze dell’Ordine. «Lavorando a contatto con i ragazzi posso testimoniare di casi di matrimoni precoci e mutilazione genitale – ha spiegato la dottoressa Guadagnini –. Questi ultimi sono veri e propri interventi chirurgici fatti in casa con mezzi non idonei, che causano danni permanenti alla salute. Il lavoro sui minorenni che segnalano abusi purtroppo è molto difficoltoso perché vanno coinvolti i familiari che tendono a insabbiare l’accaduto.»

Matrimonio forzato, precoce e mutilazione genitale rientrano nell’ambito degli abusi sulla volontà dell’individuo, che generalmente è un minore: «Per tutti questi fenomeni siamo nell’ambito dello sfruttamento, in quanto una persona viene utilizzata per trarre vantaggio sociale o economico – ha evidenziato Viviana Coppola, di Save the Children –. Azioni che vanno a violare la libertà e i diritti fondamentali dell’uomo.» Per dare una risposta a questi fenomeni, «è necessario un intervento multilivello, come per lo sportello di ascolto, dove le varie componenti creano una rete, ma fondamentale è anche il lavoro di sensibilizzazione della comunità di appartenenza.»

Vito Comencini, deputato della Lega e consigliere comunale ha ricordato che la legge contro i cosiddetti matrimoni forzati, le spose bambine, che può essere applicata anche al di fuori del territorio italiano. «Questa fattispecie, infatti viene spesso commessa all’estero, in Paesi dove la pratica è permessa o non vi sono elementi legislativi per contrastarla. Queste consuetudini, spesso tenute nascoste dalle famiglie, fanno emergere come sia ancora fallace una certa politica di integrazione. Come amministratori locali e come società civile si deve con determinazione e coraggio denunciare.»

Il presidente Bacciga ha ringraziato i relatori per gli spunti e le informazioni emersi e ha auspicato una collaborazione tra Save the Children e gli sportelli locali veronesi affinché si possa monitorare questa serie di fenomeni legati allo sfruttamento e alle violenze e agire con tempestività per mettere in sicurezza i minori.