(di Giorgio Massignan) Tra meno di un anno a Verona ci saranno le elezioni amministrative. Non si conoscono ancora le liste, i candidati sindaci e i programmi; altresì si sanno quali sono le necessità che avrebbero urgente bisogno di risposte: il sistema della mobilità;  il sistema del verde ed il il sistema culturale-museale. Ovviamente, sono solo una parte degli interventi da proporre all’interno di una pianificazione organica del territorio ma, se realizzati, inizierebbero a rendere migliore la nostra città.

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A) Sistema della Mobilità: Una sistema di mobilità pubblica,  che da Verona est, provenendo da San Bonifacio, arrivando in Borgo Venezia, indirizzi un ramo verso Grezzana; continui il percorso costeggiando le mura magistrali, sbocchi in via Pallone, attraversi Piazza Bra e percorra Corso Porta Nuova; un secondo ramo si diriga verso Verona sud; un terzo prosegua verso l’aeroporto Catullo; un quarto verso la stazione-stadio-Borgo Milano; ed un quinto verso Borgo Trento. Quindi, un ramo si indirizzi verso la Valpolicella, Affi e Garda.

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Una serie di parcheggi scambiatori all’esterno del tessuto urbano storico permetterebbero l’intermodalità tra il mezzo privato (automobile o bicicletta) e quello pubblico (tramvia o minibus).  Una rete ciclabile percorrerebbe l’intero territorio. Il centro storico (compresa Veronetta) e le aree centrali dei borghi periferici, verrebbero  pedonalizzate, mentre Borgo Trento, Cittadella, Valverde, San Bernardino e San Zeno, diventerebbero Zone a Traffico Limitato.  Un sistema di minibus elettrici, dai parcheggi scambiatori si collegherebbe con il centro storico.

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B) Sistema del verde:  Le fortificazioni militari che nei secoli hanno definito la struttura urbanistica della città e che ne hanno determinato il carattere e la conseguente chiusura ai movimenti più innovatori, ora rappresentano un’eccezionale opportunità per dotare il nostro territorio di un sistema del verde a scala comunale. Con poca spesa, sarebbe possibile realizzare un anello verde di circa trenta chilometri, collegando le fortificazioni cosiddette extra moenia, come i forti S. Caterina, Tomba, Azzano, Dossobuono, Lugagnano, S. Zeno, Chievo, Parona e S. Procolo, tutti localizzati in aree agricole. Da questo anello partirebbero dei raggi verdi che comunicherebbero con le aree a parco e piantumate come l’ipotetico Scalo Merci della Ferrovia, la Spianà, il parco dell’Adige nord e sud. Un secondo anello verde sarebbe rappresentato dal parco delle mura che comprende, per circa dieci chilometri, l’intera cinta delle mura magistrali. Nella parte collinare, le quattro Torri  Massimiliane e i forti Biondella, S. Leonardo, S. Mattia, Sofia e Preara, rappresentano delle ottime opportunità per riqualificare l’intera area. Oltre a tutto ciò, va considerata la presenza delle cave dismesse, che in alcuni casi, come l’ex cava Speziala   a San Massimo, si sono trasformate in ambienti rinaturalizzati. 

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C) Sistema culturale-museale: E’ necessario rivoluzionare il ruolo dei musei. Il territorio con le sue eccellenze culturali deve essere inteso come un grande museo diffuso che si confronta con i cittadini e la loro città. Sarebbe quindi necessario collegare i musei e le realtà storico-culturali cittadine in un sistema organico. A tale riguardo, propongo un itinerario museale che si interseca con quello storico archeologico e quello di colle San Pietro. I tre diversi percorsi costituiscono una rete di eccellenze culturali che, collegate con le altre realtà cittadine, dovrebbero porre le condizioni per l’inizio di un processo di recupero e valorizzazione delle realtà artistiche, storiche e scientifiche presenti sul nostro territorio. In quest’ottica, risulta necessario, realizzare un grande museo, fulcro dell’intero sistema: un Grande Castelvecchio, ampliato anche negli spazi ora occupati dal Circolo Ufficiali. Il percorso museale partirebbe dal Museo degli affreschi alla Tomba di Giulietta, toccherebbe la Gran Guardia, sede di esposizioni estemporanee e di congressi, quindi il Museo Maffeiano, il Museo di Castelvecchio, ampliato negli spazi del Circolo Ufficiali e si concluderebbe all’Arsenale, quale sede delle opere in deposito nei musei.