(di Bulldog) Se il calcio, e lo sport più in generale, sono una metafora della vita e se è corretto, di conseguenza, trarre delle sensazioni positive sul rinnovato ruolo dell’Italia in virtù della vittoria agli Europei di calcio, allora dobbiamo ammettere che Verona, la nostra Verona, non soltanto non vale un cazzo ma è proprio odiata da tutti. E che, a questo punto, forse è meglio cambiare la nostra strategia, il nostro approccio al mondo esterno, dato che gli “altri” non cambieranno e che da soli, noi “butei” , non porteremo a casa granché. I fatti sono noti, ma messi in fila reggono il postulato iniziale: il Chievo viene fatto fuori dalla serie B perchè non avrebbe pagato con regolarità le scadenze fissate con l’Agenzia delle Entrate, quelle famose cartelle esattoriali che, come tutti gli Italiani sanno (almeno, quei 30 milioni che sono in debito con lo Stato), sono state sospese per l’emergenza Covid dato che, persino l’erario italiano, ha capito che non potendo fatturare, le imprese non possono pagare. Lineare, cristallino. Per tutti , tranne che per la Covisoc. L’altro fatto è questo: la Scaligera Basket si è beccata tre punti di penalizzazione per aver pagato in ritardo di un giorno la prima rata dei diritti federali: ha pagato il 9 luglio anzichè l’8. Ha pagato, però. E pagherà anche con tre punti in meno nel tabellino della stagione che inizia questo autunno. Dura lex, sed lex.

Coincidenze? impiegati amministrativi tutti distratti a Verona? oppure un modo semplice per rompere le scatole a realtà che danno fastidio: il Chievo che non abbassa la testa e combatte usando le stesse “regole” delle big al gioco del fair play finanziario? o la Scaligera che arriva vicinissima a scompaginare nell’ultimo campionato i sogni di gloria di alcuni importanti soggetti della pallacanestro italiana ed europea?

E se è questa – come credo – una lettura possibile, vuol dire che Verona alla fin fine ha rotto i santissimi a tutti. Ha rotto le scatole nello sport, dove paghiamo l’essere l’unica provinciale ad aver sconfitto le big l’unica volta che si è giocato pulito; ha rotto i gabasisi nello show business dove a Roma si inizia a dire nei corridoi della Rai che si fanno troppi spettacoli cool in Arena; ha rotto le palle in politica dove, dopo aver detto per decenni che “noi si va in laguna solo per sciacquarci gli attributi..”, non tocchiamo palla da decenni in Regione. Rompiamo anche col nostro aeroporto binario, dalle lunghe piste militari nel cuore della pianura padana, che va soffocato, castrato, dalla gestione veneziana; rompiamo le palle nella finanza così che tutti i nostri asset hanno preso altre strade.

Ma è soltanto colpa degli altri o ci mettiamo del nostro? Quanto è costato il nostro approccio al rito dello sport; quanto ci sono costati amministratori inadeguati che hanno affossato i bilanci delle nostre società a capitale pubblico? quanto ci sono costati banchieri e finanzieri bravissimi in regime di monopolio e fragilissimi nel mare della competizione? quanto ci sono costati politici con lo sguardo rivolto esclusivamente all’ombelico di Piazza Bra senza alcuna visione “fuori dalle mura”? Ecco, io direi troppo. Ci hanno e ci stanno costando troppo.

Se Verona non vuole essere trattata da pezzente deve imparare a lavorare con gli altri, a competere cooperando, e non alzando sempre a sproposito il vessillo di una veronesità che finora è servita ben che vada a nascondere sotto il tappeto le nostro magagne; mal che vada a svendere, per propri interessi, il futuro di tutti. Quindi forza Chievo! forza Scaligera! e forza Verona!