Il prof. Giuseppe Parlato, professore di Storia Contemporanea all’Università Internazionale di Roma e Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, è uno storico con i controfiocchi. Ieri durante il convegno “Le destre nell’Italia del secondo dopoguerra” organizzato al teatro Nuovo dal prof. Davide Rossi, l’ha buttata lì, fra le varie valutazioni storiche, quasi a mo’ di battuta. Ma in realtà è una notizia bomba, di una portata storica che risolverebbe un mistero durato  cinquant’anni. Il prof. Parlato, pur precisando che le sue ricerche sul tema non sono ancora finite, ha anticipato la conclusione cui è giunto dopo tanti anni che chiarisce definitivamente tanti misteri di quel periodo iniziato con la bomba di piazza Fontana e durato più di diec’anni. 

Il colpo di stato tentato l’8 dicembre del 1970 dal principe “nero” Junio Valerio Borghese”, già comandante carismatico della X^ MAS e capo del Fronte Nazionale, formazione della destra extra-parlamentare, venne sospeso improvvisamente mentre era in corso. I militari ed i vari gruppi impegnati vennero fermati da un contrordine venuto “dall’alto”. Ma non s’è mai saputo da chi e perché. Borghese fuggì in Spagna, protetto dal regime di Franco. Altri, militari e civili, vennero in seguito arrestati. 

Ieri il prof. Parlato ha finalmente dato la spiegazione logica del contrordine. Eccola. I vertici dei servizi segreti italiani che d’accordo con la Cia avevano organizzato il golpe, che avrebbe dovuto instaurare un regime di destra, omogeneo a quello dei colonnelli greci, della Spagna franchista e del Portogallo di Salazar, non avevano nessuna intenzione di mettere a capo del paese il principe Borghese, che era solo lo strumento per coinvolgere la destra. Chiesero quindi agli americani chi, nel loro disegno, avrebbe dovuto prendere in mano le redini dell’Italia una volta portato a termine il colpo di stato. Washington rispose: Andreotti, politico che notoriamente godeva della fiducia d’oltre oceano. A quel punto però dall’Ambasciata d’Israele, che qualche peso nella vicenda deve aver avuto, fece sapere che non era d’accordo perché Andreotti era filo-arabo. Nel contempo i capi dei servizi segreti italiani facevano notare agli americani che Andreotti era già al potere da anni e che quindi sarebbe stato tutto inutile. Di qui il contrordine: camerati! Il golpe non si fa più. Tornate a casa.