Veneto e Ministero insieme per mettere in sicurezza i vini Dop/Igp. E’ la proposta del consigliere regionale Alberto Bozza che martedì sera, nella sede di Campagna Amica in via Macello a Verona, è intervenuto al convegno “Analisi di mercato e scelte vendemmiali 2021” di Coldiretti Verona con i Consorzi di Tutela del Vino.
Bozza ha illustrato ai Consorzi la sua iniziativa regionale per la tutela del vino Dop/Igp dai processi di dealcolazione in atto nell’Unione europea. La mozione di Bozza coinvolge Regione Veneto e Ministero delle Politiche Agricole affinché i prodotti dealcolati non siano denominati vini e siano etichettati specificatamente. Inoltre si chiede che nel processo di dealcolazione non rientrino i vini Dop/Igp.
Bozza ha ricordato che “sono impegnati in questa battaglia oltre agli europarlamentari, in particolare l’on. Antonio Tajani (Fi-Ppe), anche il governo sul piano nazionale con il Sottosegretario alle Politiche Agricole Battistoni (Fi). Il mio auspicio è che si possano coinvolgere tutte le forze politiche a livello europeo, nazionale e regionale, perché su questo tema serve fare squadra e sistema per il bene dell’Italia e del Veneto, regione che produce il 25% del vino italiano, il 30% del vino Dop/Igp e che incide per il 36% dell’export nazionale”.
“Purtroppo – ha continuato Bozza – l’Unione europea sembra non stia andando nella direzione da noi auspicata. In sede di discussione Parlamento europeo e Consiglio Ue hanno convenuto di considerare i vini dealcolati e parzialmente dealcolati come prodotti vitivinicoli a tutti gli effetti e di consentire anche una dealcolazione, sebbene solo parziale, dei vini Dop/Igp. Positivo, invece, che si voglia andare quantomeno verso un’etichettatura specifica, come è positivo anche che l’accordo provvisorio non permetta l’aggiunta di acqua durante il processo di de-alcolizzazione, ma questo non è sufficiente. Gli accordi raggiunti sono provvisori e c’è ancora spazio per le modifiche nei negoziati generali. Per questo bisogna unirsi e portare a casa più condizioni favorevoli possibili, pur nel realismo e consapevoli che l’Italia su questo tema è in minoranza in sede europea, ma c’è la dignità, la storia e l’identità del nostro Paese da difendere”.