I comuni di Verona, Negrar e Grezzana costituiscono un ente per gestire la Val Borago e la Val Galina, due siti naturali di rara bellezza ed interesse biologico. L’hanno annunciato l’assessore all’Ambiente del capoluogo Ilaria Segala, il sindaco di Negrar Roberto Griso e quello di Grezzana Arturo Alberti che hanno competenza territoriale sui due siti.
La Val Borago è a pochi minuti dal centro di Verona, cosa rara, forse unica per un luogo incontaminato, con una flora e una fauna selvatica che ne fanno un’oasi naturalistica di grande pregio. Una ruga della terra, vista dal cielo. Un vajo, come si dice in veneto con un termine derivato dal latino che indica un canalone scosceso insinuato fra dei monti, dalle dimensioni di 38 ettari, a 4/500 metri di altezza sul livello del mare, ricoperto da fitta vegetazione con delle piante che si pensa siano lì addirittura dalla preistoria, dove vivono diverse specie di animali selvatici, rettili, mammiferi e uccelli anche rari, soprattutto se si considera che attorno esiste tutta un’area altamente antropizzata. La Val Borago è insomma un pezzo di natura da preservare e pur non essendo un “parco naturale” con tutte le tutele che ne derivano, è comunque una Zona a Protezione Speciale, cioè inserita in un elenco dell’Unione Europea – fra l’altro per la valle passa un tratto del Sentiero E5 – di siti da conservare così come si trovano.
Per questo s’è reso necessario un coordinamento dei comuni di Verona, Negrar e Grezzana per gestire i due siti con il coinvolgimento degli esperti del Museo di Storia Naturale e di diverse associazioni di volontari impegnati nella tutela dell’ambiente, della sua flora e della sua fauna.