Scelta dopo una consultazione democratica tra tutte le componenti, Anna Falavigna è la candidata Sindaca per l’area progressista a San Giovanni Lupatoto. Classe 1988, avvocata civilista, consigliera comunale dal 2017, Falavigna, nata e cresciuta a San Giovanni Lupatoto con origini familiari a Raldon e Camacici, è la prima donna ad avere concrete possibilità di diventare Sindaca nella nuova amministrazione che nascerà dopo le elezioni d’autunno.

“Ringrazio la Coalizione Civica Insieme che mi ha scelto per rappresentare l’esigenza di una nuova classe dirigente di cui la nostra città ha estremo bisogno. Il fatto di essere donna e mamma di una bambina aggiunge valore alla nostra proposta di rinnovamento. La realtà è che a tutt’oggi molte donne, brave e competenti, non sono libere di scegliere la politica perché la cura familiare è in gran parte ancora sulle loro spalle e questo rende difficile seguire impegni importanti e gravosi come sono quelli della partecipazione alla vita pubblica. La politica deve aprirsi a tutte le componenti della società, senza esclusioni, con l’unico obiettivo di comporre una squadra di persone oneste, competenti e dedite al bene comune”.

Le differenze con le altre proposte civiche? “Prima di tutto quella di essere una squadra, con professionalità diverse e radicate nella Comunità lupatotina. Non credo alla politica dominata da un unico leader attorniato da yes-man pronti a ubbidire in cambio di una piccola fetta di potere. Il Comune è la più grande impresa sociale del territorio e come tale va governato da una squadra di uomini e donne che hanno dimostrato il loro valore sia nella propria professione sia nell’impegno a favore della Comunità”.

Altre peculiarità della vostra proposta di governo? “L’apertura alle richieste di chi ha sofferto di più in questi ultimi due anni. Non parlo solo dei giovani e degli anziani che spesso hanno sentito sulla propria pelle il disagio della solitudine. Intendo anche le attività economiche che hanno subito pesanti perdite e chiedono al Comune maggiore attenzione”.

Una menzione particolare va dedicata all’Ambiente. “Anche su questo argomento San Giovanni merita di meglio. Non si propone solo di curare maggiormente il verde che c’è già e che spesso risulta abbandonato a sé stesso (soprattutto nelle frazioni); si tratta di ripensare lo sviluppo in termini sostenibili a partire dalla qualità dell’aria, dalla viabilità, dalle piste ciclabili, dalla sicurezza dei cittadini di una città in cui in questi anni è stata privilegiato soprattutto l’uso dell’auto. Nella Sanità manca un ruolo attivo del Comune e non vengono raccolte le esigenze dei cittadini di avere un presidio sanitario facile da raggiungere e distribuito sul territorio”.

Insomma, c’è molto da fare… “Moltissimo, dopo anni di isolamento e di mancati rapporti con altri Enti territoriali, come ULSS e Provincia. Quello che conta sarà la nostra determinazione a cambiare il volto di San Giovanni mantenendo intatta la nostra identità di città piena di talenti e di capacità innovative presenti nelle attività imprenditoriali, sociali e professionali ma che non hanno trovato finora nella politica un interlocutore disponibile a cambiare le vecchie logiche di potere”.