“Durante la votazione degli emendamenti alla variante urbanistica 29 ho chiesto più volte che i consiglieri di maggioranza collegati da remoto mantenessero in funzione la loro telecamera per dimostrare la loro reale partecipazione al Consiglio in occasione della discussione di un tema così rilevante”, informa Marta Vanzetto, capogruppo del Movimento 5 Stelle al Consiglio Comunale di Verona.
“Durante la seduta il presidente del Consiglio Comunale ha rilevato di non poter obbligare i consiglieri ad accendere la telecamera, nonostante l’opposizione avesse fatto notare in più occasioni le evidenti anomalie rispetto alla votazione di un consigliere di maggioranza, un comportamento che denota uno scarso rispetto per le istituzioni e per il proprio mandato elettorale, quando perfino i bambini in Dad e gli studenti in formazione hanno l’obbligo di essere visibili sullo schermo”. “Se provata, l’ipotesi di un comportamento così illecito tenuto dal consigliere della maggioranza in violazione delle regole – ma anche da parte dalla persona che volutamente avrebbe sostituito il consigliere – sarebbe gravissima. Lo stesso Segretario comunale più volte durante il Consiglio e anche stamattina durante la nuova seduta ha invitato a mantenere acceso il video per accertare la reale presenza di chi si collega da remoto”, aggiunge Vanzetto.
“Si è invece verificato come quasi tutti i consiglieri della maggioranza insistano a tenere spente le loro telecamere, nonostante i ripetuti inviti del segretario comunale. Per questo stamattina ho chiesto di procedere alle votazioni con appello nominale, o a richiedere esplicitamente l’accensione del video durante le operazioni di voto”.
“Non vorremmo infatti che le modalità di partecipazione al Consiglio da remoto, cui si fa ricorso per l’emergenza della pandemia, venissero utilizzate in modo così improprio per sottrarsi a una reale presenza dei votanti di fronte ai loro elettori. Ci auguriamo”, conclude il capogruppo M5S, “che il Sindaco e la maggioranza invitino a dimettersi chi ha violato le regole, o che quantomeno stigmatizzino tali comportamenti, richiamando i consiglieri a rispettare le proprie responsabilità”.