(di Paolo Danieli) La marginalizzazione di Verona nel Veneto è evidente in diversi settori della politica e dell’economia. La giustizia non fa eccezione. Anche qui siamo periferia. Sono decenni che si parla di costituire la Corte d’Appello anche a Verona. Venezia è lontana. E scomoda. Se per un padovano o un trevigiano è a portata di mano, da Verona raggiungere la Corte d’Appello di Venezia è un viaggio, sono ore di lavoro e spese che ricadono sul cittadino che va al secondo grado di giudizio.  Verona è la più grande città del Veneto. Deve avere la sua Corte d’Appello. Vi potrebbero confluire anche i procedimenti di Vicenza e di una parte della provincia di Rovigo. 

Bene ha fatto Ciro Maschio, deputato di FdI e avvocato, e quindi sensibile a questa problematica, a presentare una proposta di legge in tal senso. Una proposta che va oltre lo specifico giudiziario per confluire in quel percorso più ampio che Verona deve intraprendere per uscire dall’emarginazione in cui è finita negli ultimi decenni. Corte d’Appello, ma anche Aeroporto, Multiutility, Università, Quadrate Europa, Fondazione Arena, Fondazione Cariverona, Turismo, Cultura, Ferrovie, Forze Armate sono le tappe obbligate del percorso per riappropriarsi della centralità geopolitica.

La proposta ha dei precedenti. Risalgono al 1993, quando Nicola Pasetto, avvocato e deputato, aveva presentato un’analoga proposta di legge. Purtroppo a soli 36 anni perse la vita in un incidente. Così portai avanti l’idea in Senato trasformandola in disegno di legge. Nel 2002 passò in Commissione Giustizia e l’anno dopo approdò in Aula. Sembrava cosa fatta. Avevo adottato la tattica di collegarla con altre proposte analoghe presentate da parlamentari di altre città e altri gruppi per garantirmi una maggioranza trasversale che avrebbe fatto passare tutto il pacchetto. Peccato che la mattina dell’esame in Aula una senatrice padovana abbia voluto aggiungere anche l’istituzione di una Corte d’Appello a Padova, 20 chilometri da Venezia. Un assurdità che fece perdere credibilità all’intero provvedimento e che fece naufragare tutto. Auguriamoci che stavolta la proposta di Ciro Maschio vada in porto e nessuno gli metta i bastoni fra le ruote.