Quarant’anni, veronese, avvocato, consigliere comunale passato di recente nelle fila della Lega, Andrea Bacciga è un esponente di spicco della destra veronese. Non è nato in tempo, ma se avesse avuto l’età sarebbe stato uno dei tanti militanti del Msi.  Bacciga è uno che non ha mai fatto mistero delle sue idee “controcorrente” e lo ha dimostrato in diverse occasioni anche con gesti clamorosi che gli sono valsi attacchi da sinistra e critiche da parte degli ambienti moderati.

Ma lei va per la sua strada, non è vero?
Qualcuno ha detto che le idee camminano sulle gambe degli uomini. Io faccio politica con e per le mie idee, con passione e coerenza.

Quali sono le sue radici culturali, i suoi autori di riferimento?
La cultura parte dalle mie radici, dalla mia famiglia, che mi ha dato gli strumenti per capire la differenza tra bene e male, tra giusto e ingiusto. Gli studi classici mi hanno avvicinato alla filosofia, una disciplina che ci permette di porsi delle domande e di riflettere su che persona si vuole essere.  Oltre la storia che mi appassiona da sempre, i libri di Julius Evola e di Marcello Veneziani sono importanti gradini della mia scala culturale.

Si sente a suo agio nell’essere definito “di destra”? Ritiene le categorie “destra e sinistra” ancora valide e attuali?
Essere definito di destra non mi dà fastidio, ma, come dico sempre, se bisogna per forza darmi un’etichetta preferisco quella di “identitario”, parola intesa come un individuo che difende i valori tradizionali, della propria Terra e delle proprie radici. Più che destra e sinistra ora la lotta politica è tra chi è “identitario” e chi “mondialista”, cioè chi non riconosce le radici e i valori tradizionali.

Come mai ha scelto di entrare nella Lega e non in Fratelli d’Italia?
La Lega negli ultimi anni è stata sicuramente il primo partito a portare avanti battaglie identitarie. Matteo Salvini, durante il suo ruolo di Ministro dell’Interno, ha concretizzato le idee, con una lotta reale in contrasto all’immigrazione clandestina. E ora è grazie alla Lega che si sta cercando di fermare quel testo liberticida che prende il nome di Ddl Zan.

Qual è il problema principale di Verona?
Verona è una città molto bella, ricca di storia e di cultura, ma deve fare un salto di qualità sotto tutti gli aspetti, per rimanere allo stesso tempo a misura d’uomo e moderna con infrastrutture, servizi e spazi verdi accessibili di livello qualitativamente elevato. Come amministrazione stiamo cercando di mettere le basi per la Verona del futuro. La Variante 29 è un esempio. Un progetto urbanistico di ampio respiro che mira a riqualificare e rigenerare. Il cambiamento non è repentino – non è evidentemente fattibile in pochi anni – ma deve essere costante e continuo. Viviamo in una città che ha un posizione strategica per commercio, comunicazioni e turismo. E anche per questo, come altre città italiane, vive il problema dell’immigrazione clandestina incontrollata, spesso fonte di microcriminalità. Come presidente della Commissione Sicurezza vengo contattato dai cittadini che mi sottopongono le problematiche dei vari quartieri. Le persone vogliono sentirsi sicure e poter portare i bambini al parco-giochi o semplicemente sedersi su una panchina senza temere. Nonostante le Forze dell’Ordine sempre presenti sul territorio, che necessitano di ulteriori uomini e rinforzi.
Pur essendo considerata una città ricca Verona ha subito il colpo del Covid-19. La pandemia ha indebolito il potere di acquisto con danni economici a catena. Per questo motivo ho ideato la Tessera della Famiglia, con agevolazioni e sconti sia per i negozi che per i trasporti pubblici, che spero presto venga adottata.

L’amministrazione Sboarina volge al termine. Facendo un bilancio che giudizio sintetico si sente di dare?
Le posso assicurare che si è lavorato moltissimo per i veronesi. La gestione di una città grande e complessa come Verona è sempre perfettibile e migliorabile. Di certo tutta l’amministrazione è composta da persone oneste che si impegnano con trasparenza e nella legalità. Sul tavolo sono stati avviati tanti progetti e delibere, che per la loro fattibilità hanno bisogno di iter burocratici talvolta anche lunghi. Per quel che mi riguarda, ho portato avanti proposte di immediata attuazione con progetti ad hoc che poi si inseriscono una visione più ampia della trasformazione di Verona di cui prima parlavo.

Sboarina è entrato in FdI. Secondo lei ciò faciliterà la sua rielezione?
I voti che prenderà il candidato sindaco saranno solo per il lavoro svolto e il grado di stima e gradimento che sarà riuscito a seminare in questi anni. Il voto amministrativo segue una strada e delle dinamiche completamente diverse da quello politico nazionale.