Dal 6 agosto per sedersi al ristorante o al bar sarà necessario esibire il green-pass. E’ la decisione del governo volta a ottenere due risultati. Il primo, di contenere il più possibile i contagi facendo accedere ai luoghi chiusi solo i vaccinati o i testati come negativi nelle ultime 48 ore. Il secondo, quello di scoraggiare i no-vax o comunque coloro che non si vogliono vaccinare. Hanno pensato le autorità sanitarie: anche senza mettere l’obbligo vaccinale, quelli che non si sono vaccinati sentiranno il bisogno di farlo quando cominceranno a sentirsi esclusi, almeno in parte, dalla vita sociale. Non poter sedersi a prendere un caffè con gli amici o non poter andare a mangiare una pizza o passare una serata al ristorante in compagnia perché non si ha il green-pass può essere un elemento determinante per aderire volontariamente alla campagna vaccinale per chi ancora non lo ha fatto. Cioè poco meno del 40% degli italiani. Troppi per una seria lotta alla pandemia. La scelta è ovviamente anche orientata a impedire nuove chiusure per una categoria, quella dei pubblici esercenti, che è stata pesantemente colpita dalla restrizioni.
Ma una quota, non è ancora chiaro se rilevante o trascurabile, di esercenti non ne vuole sapere di “fare i gendarmi”. Dicono che non è compito loro controllare i clienti. Così, secondo questi signori, in ogni bar ed in ogni ristorante dovrebbe esserci un carabiniere o un poliziotto per controllare i clienti che vanno a portar loro dei soldi. E pensare che basta scaricare gratis su un semplice telefonino l’App “Verifica C19” che in due secondi il controllo del green-pass è bell’e fatto. Di fronte a un atteggiamento del genere viene da chiedersi se certi esercenti non meriterebbero davvero di tornare alle chiusure di qualche mese fa.