Quando il 6 gennaio scorso avvenne “l’attacco” a  Capitol Hill rimanemmo tutti stupiti dalla facilità con la quale dei dimostranti sgangherati, alcuni addirittura in maschera, tipo carnevalata, fossero riusciti a penetrare all’interno di uno dei templi della democrazia. Il collegamento con la manifestazione pro-Trump avvenuta un paio d’ore prima poco distante e il flusso dei suoi sostenitori che da lì s’erano recati davanti alla sede del Congresso americano e quindi l’irruzione erano state vendute come la prova che Trump fosse il mandante. E che era meritata la fama che il mainstream gli aveva cucito addosso di capo-popolo violento e antidemocratico.  
C’era però qualcosa che suonava strano. Per quanto pieno di sé e sopra delle righe Trump non è uno stupido. Organizzare un inutile attacco al Congresso era il regalo più grande che potesse fare alla Clinton, a Biden e ai democratici che così avrebbero potuto dire agli americani: avete visto che razza di prepotente è Trump? Quindi meglio Biden. E così è andata. 
Ma la cosa non finiva di convincere. Anzi qualcuno aveva anche buttata lì: è stata una provocazione. Se il presidente degli Stati Uniti in carica avesse voluto fare un colpo di stato si sarebbe mosso in ben altro modo! Forse, invece di servirsi di Jake Angeli vestito da sciamano, avrebbe utilizzato i corpi speciali. Mah. Il dubbio che non ce la raccontassero giusta era forte.
Adesso arriva la notizia che quattro dei poliziotti in servizio quel giorno al “Campidoglio” si sono suicidati. Quattro. Non uno, che potrebbe aver avuto magari qualche problema di depressione. Quattro suicidi sono un po’ troppi. Ricordano altri suicidi sospetti avvenuti anche dalle nostre parti dopo le stragi ed altri eventi oscuri, mai chiariti, della storia recente. Testimoni o persone al corrente di fatti sui quali non si vuole venga fatta luce che muoiono improvvisamente “per arresto cardiaco” o in un incidente o che si buttano giù da una finestra o che s’impiccano o si sparano. La tecnica è sempre la stessa. Lo scopo anche: non far mai emergere la verità. Forse sugli ultimi giorni di Trump, il presidente americano più attaccato dalla stampa a memoria d’uomo, non ce l’hanno raccontata giusta.