Giulio Cavara, titolare dell’Hotel Giulietta e Romeo, un gioiellino nel pieno centro della città, è il presidente dell’associazione degli albergatori veronesi, una delle categorie che più ha sofferto la pandemia. Lo abbiamo incontrato per capire qual è la situazione del turismo quest’estate e come vede il futuro per una voce tanto importante del Pil del nostro territorio.

Come sta andando la stagione per gli albergatori veronesi? Ci sono turisti?
«La stagione è iniziata abbastanza bene, considerando il contesto estremamente delicato e poco rassicurante. I turisti europei si stanno muovendo anche se va rimarcato che è completamente fermo il mercato russo ed extraUe che condiziona non poco le città d’arte. Speriamo – continua Cavara- che la campagna vaccinale prosegua speditamente e che le norme relative alla gestione dei flussi turistici sia chiara e possibilmente uguale per tutti . Non devono esserci paesi più permissivi di altri. Siamo in Europa e proprio in questo dovremmo essere paritetici.»

Quali iniziative deve prendere l’amministrazione comunale e la Regione per sostenere il turismo?
«L’amministrazione comunale – ricorda il presidente degli albergatori veronesi- ha già ribadito che non intende sostenere le strutture ricettive con sgravi o contributi, ma punta a salvare gli asset strategici quali Fiera, aeroporto e Fondazione Arena. E su questo  siamo d’accordo. Dallo Stato e dalla Regione sono arrivati dei contributi con i vari decreti sostegni; sarebbe però importante che venissero erogati fondi  per favorire le assunzioni, tagliando il cuneo fiscale, agevolando per davvero il mondo del lavoro.»

«E’ evidente che la sconfitta del virus passa dall’immunità di gregge che si raggiunge solo con le vaccinazioni. Premiare chi l’ha fatto è un passaggio sacrosanto».

  • Lei condivide la decisione del governo riguardo al green-pass?
    «Si, l’ho pubblicamente già dichiarato. Proprio in queste ore il consiglio dei Ministri ne ha chiarito l’applicazione e mi pare con buon senso.   E’ del tutto evidente che la sconfitta del virus passa dall’immunità di gregge che si raggiunge solo con le vaccinazioni. Premiare chi l’ha fatto a discapito di chi ha deciso di non farlo lo ritengo un passaggio sacrosanto. Essendoci però in ballo migliaia di imprese legate al terziario che vengono da due anni di crisi profonda bisogna avere attenzione , chiarezza ed aggiungo senso pratico.»

E’ opinione diffusa che gran parte dei visitatori della nostra città siano “di passaggio”. O turisti che soggiornano sul lago oppure che da Venezia fanno una puntata a Verona. Che strategie bisogna adottare per far in modo che almeno una quota significativa di turisti si fermi almeno 2/3 giorni?
«Bisogna creare quell’appeal culturale e legato alle manifestazioni che trattiene il turista per più giorni. La città da sola, ancorché bella, non basta. Ci vogliono eventi di spessore (la lirica ce lo insegna da decenni), concerti di star di primo livello, mostre di artisti importanti, fiere internazionali. Aggiungo che dal punto di vista congressuale abbiamo una grande potenzialità inespressa: un’eccellenza come la Gran Guardia – nota Cavara con una punta critica- è stata fino ad ora commercializzata in modo discutibile , sicuramente migliorabile. Non possiamo permetterci di dormire sugli allori: i competitor lavorano sodo …»

«4.000 appartamenti, non più vissuti dai residenti ma riversati nel settore turistico, determinano di fatto una realtà che viene definita “overtourism”»

Le “case vacanza” costituiscono un elemento di disturbo all’attività alberghiera?
«Più che un disturbo per la nostra categoria – precisa Giulio Cavara- la ritengo una sciagura per l’intera città. Nel nostro piccolo contesto si contano più di 4.000 appartamenti, non più vissuti dai residenti ma riversati nel settore turistico determinando di fatto una realtà che viene definita “overtourism”, dicasi eccesso di turismo. Noi vogliamo che Verona (e tutte le città in generale) abbia una giusta proporzione fra turisti e residenti senza che si creino situazioni critiche con interi condomini diventati di fatto alberghi diffusi. Il cittadino deve essere il protagonista non un comprimario o peggio un alieno del territorio. Se poi affrontiamo il tema fiscale, tasse, lavoro, versamento delle imposte avrei molto da aggiungere, forse troppo.»