Cattolica: non si fermano le indagini della Procura di Verona sulla gestione Bedoni dopo l’archiviazione dell’inchiesta per illecita influenza sull’assemblea. La Consob ha segnato tutta una serie di operazioni apparentemente irregolari o che comunque richiedono un approfondimento per verificare se hanno avuto effetti lesivi del patrimonio della società e abbiano provocato danni ai soci. Il Procuratore Capo di Verona Angela Barbaglio ha dichiarato all’ANSA :«Tutta la relazione della Consob», depositata presso la Procura in seguito all’ispezione del 2020, «ha costituito oggetto di una separata iscrizione e lì andremo meglio a vedere ma di questo non posso dire nulla».
Finora non ci sono indagati. «No, l’iscrizione è ad atti non costituenti notizia di reato per il momento perché si tratta di valutare con un certo approfondimento queste particolari operazioni e spese di un certo tipo che sono state segnalate dalla Consob, che effetti hanno avuto e se lesivi di interessi patrimoniali o di soci e individuarne poi gli autori – spiega Barbaglio – Se poi è stato forzoso un aumento di capitale di quelle dimensioni e il passaggio di Cattolica a società di capitale forse nella gestione del patrimonio qualcosa di non perfettamente coerente può esserci stato», osserva il capo della Procura. «Forse dalla floridezza passata, notoria, di Cattolica qualche cosa di negativo era intervenuto. Perché questo è intervenuto? A che cosa è addebitabile? C’è in questo la responsabilità di qualcuno?», si chiede Barbaglio, che intende verificare «se ci sono stati danni per i soci» nelle vicende che hanno costretto «una società territoriale, locale, florida a cambiare completamente faccia» e «mettersi sostanzialmente nelle mani di Generali».
Il ritiro delle deleghe all’ex amministratore delegato, Alberto Minali, e lo scontro fra lui e Bedoni aveva innescato un’ispezione della Consob che ha depositato alla Procura di Verona due relazioni in cui sono state segnalate delle anomalie nel funzionamento della governance, nelle modalità del ritiro delle deleghe a Minali, nello svolgimento dell’assemblea del 2019 e nella raccolta delle deleghe di voto e negli investimenti della compagnia.
«Siccome la vicenda dell’archiviazione» da parte della Procura di Verona dell’inchiesta sull’illecita influenza sull’assemblea di Cattolica «è stata messa in risalto come una patente di regolarità dell’assemblea, anche limitandosi a considerare quel profilo ci tengo a sottolineare che l’archiviazione è intervenuta pur permanendo elementi di sospetto». E’ quanto rimarca all’ANSA il procuratore capo di Verona, Angela Barbaglio, spiegando come il tentativo di accertare condizionamenti sull’assemblea sarebbe stato «improbo e sostanzialmente inutile». «Impossibile attraverso la pur laboriosa consulenza informatica esperita individuare e ricostruire gli eventuali meccanismi artificiosi di voto a livello informatico» e tutti gli altri comportamenti volti a condizionare l’Assemblea. La Procura ha quindi deciso di concentrare le sue energie su eventuali episodi di depauperamento del patrimonio sociale “di cui la vicenda assemblea è solo un pallido riflesso”.
Tra gli “elementi di sospetto” sulla regolarità dell’assemblea dello scorso luglio che ha deciso la trasformazione in spa di Cattolica, Barbaglio indica le “deleghe a pacchetto” arrivate al rappresentante unico Computershare, alcune delle quali “addirittura con la stessa grafia ed altre con delle sottoscrizioni di delega difformi dalle sottoscrizioni dei documenti d’identità del delegato che venivano allegati”. Quindi l’archiviazione è stata scelta per la pratica impossibilità di accertare e ricostruire la regolarità della formazione del consenso dell’assemblea nonostante i sospetti. “Si sarebbero dovute individuare le singole persone, sentire un’infinità di persone in ogni parte d’Italia perché i soci erano moltissimi e con scarsissime possibilità di risultato” perché anche nel caso di condizionamenti da parte della governance che faceva riferimento al presidente Paolo Bedoni “non sarebbero di certo venuti a testimoniare dicendo: “Mi hanno costretto, mi hanno indotto, mi hanno suggerito”. (ANSA).
Che la governance di Cattolica prima del rinnovo del cda, lo scorso maggio, presentasse disfunzioni e problemi “non è un’impressione, ci sono dati molto precisi e circostanziati nelle due relazioni della Consob su questa gestione, sono stati toccati diversi punti su investimenti e scelte di governance e di spese sostenute che sono oggetto di un distinto è autonomo accertamento e che non sembrano essere di specchiata economia. Non lo diciamo noi, lo dice la Consob che è venuta a rappresentare queste cose all’autorità giudiziaria“. E’ quanto afferma all’ANSA il procuratore capo di Verona, Angela Barbaglio, commentando le indagini in corso sulla vecchia governance della compagnia. La vicenda di Cattolica, che ha provocato divisioni nella compagine sociale della compagnia e nella città di Verona, dove ha sede, ha lasciato una scia di recriminazioni e veleni, di cui sono un esempio “alcune lettere anonime che stigmatizzavano l’operato della Procura a firma di una sedicente associazione di avvocati veronesi antimafia di cui non mi risulta l’esistenza”, riferisce Barbaglio. (ANSA).