La linea del governo Draghi sul Covid è condivisibile. E condivisa dalla stragrande maggioranza degli italiani. Già l’allontanamento di Arcuri e il vedere la sua faccia inquietante sostituita da quella più rassicurante del generale Figliuolo è stata un’iniezione di fiducia. Poi il buon funzionamento della campagna vaccinale con il risultato di stabilizzare i ricoveri, ha migliorato il rapporto governo-cittadini. Questi risultati non li poteva ottenere altro che Draghi. Una figura stimata all’interno e all’estero che garantisce l’Italia in Europa. Tutto questo sarebbe un grande credito per Draghi se a rovinare tutto e a compromettere l’intera impostazione della lotta alla pandemia non esistesse una contraddizione che grida vendetta al cospetto dei cieli.

Ma com’è possibile che lo stesso premier, gli stessi ministri che gestiscono la lotta al Covid e stabiliscono regole e limitazioni per gli italiani – green-pass- permettano che ogni giorno, ma proprio ogni giorno, sulle nostre coste sbarchino migliaia di africani irregolari senza documenti e senza controlli sanitari? Ma come? Lo Stato non si fida dei suoi cittadini e si fida dei clandestini?

Che cos’è? Il tributo che l’Italia paga al mainstream mondialista per poter accedere al recovery fund o a non subire gli insulti dello spread? Perché Draghi, così ascoltato anche a Bruxelles, ignora un problema così enorme? Forse è il prezzo per avere l’appoggio della sinistra e dei cattolici che predicano l’accoglienza a tutti i costi, anche a quello della salute degli altri Italiani? Non è possibile usare due pesi e due misure con gli italiani e con gli africani. Ignorare gli sbarchi, come sta facendo la ministra Lamorgese, significa, oltre a tutto il resto, favorire la diffusione del Covid. Il principio di non contraddizione è alla base della logica fin dai tempi di Aristotele. Questo vale anche per Draghi. Pena la perdita di credibilità che si è guadagnato