“È uno spunto di riflessione interessante che un istituto per la salute globale abbia evidenziato, dati alla mano, come l’acqua del rubinetto abbia un impatto positivo sul benessere dell’ambiente e dell’uomo. Secondo lo studio, infatti, bere acqua di rete consente un risparmio di risorse naturali 3500 volte più alto rispetto all’acqua imbottigliata, più di quanto pensassimo fino ad ora” commenta così Roberto Mantovanelli, presidente di Acque Veronesi, lo studio pubblicato dall’ISGlobal di Barcellona.

“Eppure, di fronte ad una cultura del chilometro zero che ormai sta prendendo piede nel campo alimentare, l’uso dell’acqua di casa non è ancora entrato nella mentalità italiana. L’acqua di rete, però, è di alta qualità: Acque Veronesi effettua prelievi mensili, analizzando più di 150.000 parametri chimici e microbiologici all’anno. La potabilità è inoltre verificata dall’ULSS attraverso i laboratori ARPAV. Anche un’inchiesta di Altroconsumo in 35 città italiane ha conferito un ottimo voto in termini di salubrità all’acqua di Verona. La fontanella di Via Mazzini, presa a campione per la nostra provincia, ha confermato che tutti i parametri sono pienamente conformi a quanto previsto dalla legge: durezza, nitrati, sodio e residuo fisso al di sotto dei limiti, nessuna traccia rilevata di Pfas, arsenico, metalli pesanti e pesticidi. La garanzia di questa qualità è destinata a migliorare ulteriormente: con l’adozione del Piano di Sicurezza dell’Acqua, i metodi di valutazione del rischio vanno a coprire l’intera filiera idrica dalla captazione al rubinetto, garantendo un livello più elevato di tutela della qualità delle acque ed una conseguente maggiore attenzione alla salute dei consumatori.

Emerge quindi ancora una volta il valore aggiunto dell’acqua del rubinetto come risorsa preziosa in ottica di sostenibilità economica, sociale ed ambientale”.