Prese di beneficio a Piazza Affari per Masi Agricola che, nella seduta odierna, a fronte di una crescita del listino dello 0,38% circa lascia sul terreno quasi un punto percentuale, avviandosi ad una chiusura attorno a quota 3,15€/azione, lontana dal massimo a 3,45€ registrato il 25 giugno scorso. Se questo stride con i dati estremamente positivi della semestrale appena pubblicati, è comprensibile davanti al grande risultato dell’azione che in dodici mesi è cresciuta di oltre il 55% e nell’ultimo semestre di ben 17 punti. Logico che chi ha scommesso sul genio dell’appaxximento Sandro Boscaini, rafforzato dall’ingresso nel nocciolo duro dell’azionariato di Renzo Rosso, voglia adesso iniziare a godere della scelta fatta.
Masi infatti è tornato a crescere ed ha chiuso il gap coi dati precovid del 2019 ed è andato bene anche in quei mercati dove sia il distretto della Valpolicella che del Prosecco hanno battuto in testa negli ultimi mesi: la società di Sant’Ambrogio ha infatti riportato nelle Americhe un più 7,7%, rispetto al 2019, trainate dal Canada. Per quanto invece riguarda gli altri Paesi europei, calano di euro 1.894 migliaia sul 2019 (-15,7%), prevalentemente nel canale Duty Free & Travel Retail. Ma i due distretti sopracitati hanno perso, secondo l’ultima ricerca di Intesa SanPaolo, ben di più: i vini del Veronese esportano il 4,3% in meno rispetto al primo trimestre 2020, ma appaiono in linea con l’andamento dei primi mesi del 2019; restano in territorio negativo i tradizionali mercati di sbocco (Stati Uniti, Germania e Regno Unito) e si mettono in evidenza la Svizzera, il Belgio e la Cina, quest’ultima con valori raddoppiati rispetto ai primi tre mesi del 2020. Il Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene (-9,3% sul 2020 e -2,9% sul 2019), nonostante la crescita negli Stati Uniti, mercato più rilevante, risulta frenato dal mancato recupero nel Regno Unito (-41%) e in Germania (-14%).
Ma torniamo a Masi ed ai dati al 30 giugno scorso: i ricavi netti si attestano a 29,3 milioni di euro (+ 35% vs 21,7 mln di euro nel 1° semestre 2020); l’ EBITDA a 5,4 milioni di euro (1,8 mln di euro nello stesso periodo 2020; 5,5 mln di euro nel 1H 2019) e l’EBIT a 3,3 milioni di euro (-0,2 mln di euro nel 1H 2020; 3,7 mln di euro nel 1H 2019). L’utile netto balza a 2,1 milioni di euro (contro la perdita netta di 0,6 mln di euro di un anno fa e comunque maggiore anche rispetto all’utile netto di 1,7 mln di euro registrato nello stesso periodo del 2019) mentre l’indebitamento finanziario netto resta stabile rispetto a fine 2020 – 6,3 milioni di euro contro i 6,4 mln di euro al 31 dicembre – ma è ampiamente al di sotto dei 9,3 mln di euro registrati al 30 giugno 2020).
Per Sandro Boscaini, Presidente di Masi Agricola: «Abbiamo chiuso il primo semestre 2021 con numeri in decisa crescita, nonostante la chiusura e le misure restrittive nell’HoReCa non ancora totalmente risolte e la rarefazione del turismo internazionale, che ci hanno molto penalizzati generando ricadute specialmente sulla distribuzione nei Duty Free e nelle metropoli. Risultati pertanto incoraggianti, anche se un fattore persistente è la limitata visibilità previsionale: un motivo in più per considerare il brand la nostra stella polare». A luglio, va detto, si registra un andamento del business nel mese di luglio molto positivo per Canevel (DOCG Prosecco di Valdobbiadene-Conegliano), meno per Masi, che ha scontato sia una ridotta propensione al riassortimento dei mercati oltreoceano, sia ritardi di spedizione causati dal sistema logistico internazionale.
Guardando il mix nelle vendite, è importante per la redditività prossima ventura la crescita dei Top Wines (quelli con prezzo per bottiglia superiore a 25 euro) che hanno visto incrementare il proprio peso sia rispetto al 2020 che al 2019; questo è avvenuto un po’ a scapito dei Premium Wines (prezzo per bottiglia tra i 10 e 25 euro) e soprattutto dei Classic Wines (vini con prezzo per bottiglia tra 5 e 10 euro) che avevano avuto un ruolo fortissimo durante la pandemia quando i consumatori avevano aumentato i consumi di vino guardando però con un po’ più di attenzione al portafoglio.
Dal 1° gennaio scorso i vini a marchio Serego Alighieri vengono importati negli USA da Vineyard Brands, azienda specialista di vini premium e ultrapremium. L’operazione rientra nella strategia di rafforzare il posizionamento e sviluppare la penetrazione del marchio Serego Alighieri nel mercato americano, con un lavoro di segmentazione particolarmente focalizzato. La capogruppo Masi, invece, ha scelto dal 2020 come importatore e distributore Santa Margherita USA. Attenzione nel primo semestre di quest’anno anche alla gestione finanziaria con un accordo con l’Agenzia delle entrate e l’emissione di un prestito obbligazionario per 12 milioni€ a sette anni. Il tutto nell’ottica di una migliore gestione dei flussi di cassa in vista del piano di investimenti che tornerà d’attualità con la fine della pandemia. Infatti, in questo primo semestre è ripresa l’attività edilizia nei due significativi cantieri del Masi Visitor & Operations Center di Gargagnago e dell’ampliamento della cantina di vinificazione a Valgatara, entrambi interrotti in precedenza per gli impatti della pandemia. La costruzione procede ora regolarmente, pur con un cronoprogramma in ritardo rispetto ai piani originari.
A fine giugno ha aperto a Monaco di Baviera il nuovo locale monomarca a insegna “Masi Wine Bar Munich”. La location scelta è il noto address “Campari Haus”, in Maximilianstraße, l’esclusiva via dello shopping di lusso costellata di eleganti edifici del XIX secolo. Masi Wine Experience si arricchisce così della sua ottava location a connotazione internazionale, e permette di raggiungere più obiettivi: il primo, banale, è quello di avere un accesso diretto ai winelover senza intermediari, garantendo cassa quotidiana; il secondo è quello di rafforzare il legame brand-consumatore che è diventato centrale e strategico con la pandemia. Un rapporto “esclusivo” e di fiducia.