Natura e arte si intrecciano per un’opera contemporanea decisamente fuori dagli schemi e che sarà ospitata nel giardino di Castelvecchio. Il progetto è finanziato dal Ministero della Cultura con i fondi Pac, Piano per l’Arte Contemporanea 2020, per valorizzare e incrementare in tutta Italia le collezioni pubbliche di opere contemporanee. Tra le proposte ammesse al finanziamento, anche quella dei Musei civici di Verona, che ha ottenuto un contributo di circa 130 mila euro. Così, il Museo cittadino, sede di collezione di arte medievale, rinascimentale e moderna, strizza invece l’occhio al contemporaneo per un’opera ancora sulla carta ma che tra qualche giorni diventerà cantiere. Per la nuova creazione non servono tele e pennelli, neppure i più moderni materiali a cui ci hanno abituato le recenti installazioni o performance. Serve il terreno, nella sua più naturale conformazione, con i diversi strati che lo compongono e che, a modo loro, ne fanno un’opera d’arte. Un passaggio, quello dalla cava al museo, che trasformerà strati di roccia in un’opera unica nel suo genere, con i carotaggi che saranno posizionati nel giardino di Castelvecchio e visibili a turisti e visitatori. 

‘Progetto Remoto’ sarà realizzato dall’artista Giorgio Andreotta Calò, veneziano di nascita (1979), che per lavoro si divide tra Italia e Olanda. La sua opera, proposta in previsione di Marmomac e della Giornata del Contemporaneo, sarà realizzata nell’arco cronologico compreso tra agosto 2021 e luglio 2022. Il progetto, a cura di Elena Forin con la consulenza scientifica del direttore e dei museografi e conservatori del museo, prevede una campagna geognostica volta a rintracciare, tramite carotaggio, una sequenza continua di strati rocciosi provenienti dalle cave del territorio. I carotaggi, sezionati a metà nel verso della lunghezza, verranno ancorati e posizionati nella prima parte del giardino. Inizialmente esposta in via temporanea al Museo di Castelvecchio, l’opera sarà in seguito acquisita tra le civiche collezioni di arte contemporanea veronesi; in quest’ottica sarà cruciale anche il rapporto con il Museo di Storia Naturale di Verona, che sarà coinvolto come sede per accogliere in un secondo momento l’opera, con l’intento di favorire così la costruzione di uno snodo ancora più consapevole e specifico tra natura e cultura.

Esprime soddisfazione per il risultato raggiunto al Ministero l’assessore alla Cultura Francesca Briani. “La nostra proposta è stata ritenuta in linea con gli obiettivi del Ministero della Cultura – afferma l’assessore Briani-. Un riconoscimento della qualità progettuale che ci contraddistingue e che ci ha permesso di ottenere un importante contributo per arricchire le nostre collezioni”. “Il percorso magistrale ideato a Castelvecchio da Carlo Scarpa con il direttore Licisco Magagnato nel dopo guerra – aggiunge il direttore dei Musei Civici Francesca Rossi – è pensato per generare un’esperienza progressiva in cui opere, architettura e spazi si integrano in un’unica visione. E a questa visione corrisponde anche alle modalità di fruizione auspicata per l’opera di Andreotta Calò, la cui lettura globale sarà stimolata dalle tante angolazioni e dai molteplici punti di vista dello straordinario giardino museale”.