La denuncia di ieri del deputato della Lega Vito Comencini sull’ammassamento dei passeggeri all’Aeroporto Catullo per l’Adige è solo “purtroppo” una conferma di quello che abbiamo sempre rilevato: il Progetto Romeo, la cui posa della prima pietra è stata propagandata in pompa magna come la soluzione di tutti i problemi dell’Aeroporto grazie a SAVE, è un grave errore, che relega l’aeroporto al ruolo di uno scalo principalmente per compagnie low cost nazionali o tutt’al più comunitarie e che costerà moltissimo a Verona e al suo territorio. Abbiamo apprezzato l’intervista all’ex Direttore Generale dell’aeroporto Bassetti, che con spiccata diplomazia anglosassone ha spiegato che il progetto Romeo (che lui stesso aveva pensato come fase iniziale di sviluppo) non può essere il progetto risolutivo per il rilancio atteso da troppi anni per il Catullo.
Per essere chiari e circostanziando quindi il problema evidenziato dall’on. Comencini, il progetto Romeo esclude interventi sul Terminal Arrivi e quindi il progetto ultra tecnologico tanto decantato in occasione della pompata cerimonia “della prima pietra” avrà un terminal arrivi tecnologicamente arretrato e non strutturato per servire invece i voli internazionali e intercontinentali turistici che storicamente hanno dato lustro all’aeroporto scaligero, connotandolo stabilmente per anni come terzo aeroporto charter italiano dopo Roma e Milano.
Possibile che i veronesi si facciamo prendere in giro in questo modo dalla propaganda e che non ci sia una ragionata reazione a questa decisione “lobbistica” di perseverare in un progetto che sembra essere pieno di défaillances ancor prima di porre la “seconda pietra”?
Siamo ancora in tempo, forse per poco, ma possiamo ancora farcela a cambiare rotta prima di finire sugli scogli.