Luca Campedelli, presidente del Chievo, ha rotto il silenzio con un’intervista pubblicata oggi da Repubblica. Senza mezzi termini ha accusato la Federazione Gioco Calcio di aver avuto nei confronti del suo club un atteggiamento intransigente sulla situazione debitoria.
“Il Tar ha dato ragione alla Figc. Giovedì ci presenteremo al Consiglio di Stato, che ha accettato di anticipare l’udienza. Chiediamo – dichiara Campedelli a Repubblica- l’iscrizione alla Serie B in soprannumero. Abbiamo fatto tutto secondo le regole. Il calcio vive sui debiti e li pagherò. Però alla fine paghiamo solo noi”.
I debiti della società di via Galvani ammontano a 44,2 milioni di euro. Ma la stessa società vanta crediti per 14,4 milioni ai quali s’aggiunge il patrimonio giocatori.
Tra le righe dell’amaro sfogo di Campedelli si legge il sospetto del “fumus perecutionis”, iniziato gà tre anni fa con la vicenda delle plus valenze. “Il Barcellona – dice il Presidente al giornalista di Repubblica- ha un miliardo di debiti. L’Inter ha vinto il campionato pagando in ritardo gli stipendi. Io i giocatori li ho pagati fino a maggio, poi a giugno è scoppiata la bufera”.
Infine una nota d’amarezza sui risvolti umani. Con Pellisier (ndr. che si sta muovendo per ricostituire il Chievo in una nuova società denominata F:C. Chievo 1929) non ci siamo più sentiti. Mi sono stati vicino solo Preziosi, qualche ex giocatore e l’ex mister Gigi Del Neri. Gli altri non pervenuti. Non c’è stato rispetto per i 92 anni di storia del Chievo.
Ma giovedì 26 c’è l’estrema chance. Speriamo. Non solo per Campedelli e per il Chievo. Ma per l’intera città di Verona che perderebbe definitivamente un altro pezzo di sé.