La polemica sul reddito di cittadinanza sta scuotendo il governo Draghi. Salvini ne chiede l’abolizione. I Cinquestelle, che ne hanno fatto una bandiera, lo difendono con determinazione. Per i grillini si tratta senz’altro di una posizione di principio, ma anche di un calcolo elettorale. Adesso che stanno perdendo pezzi e voti dappertutto, per loro diventa vitale difendere uno dei principali motivi per i quali al sud hanno ancora quel consenso che gli rimane. Ed effettivamente il reddito di cittadinanza s’è diffuso particolarmente nel meridione, dove l’assistenzialismo rimane una delle prime zavorre che ne frenano lo sviluppo. 

Diversa la situazione nel nord. Il Veneto, per esempio, è la regione che beneficia meno di tutte le altre del RdC. Ne usufruisce il 20 per mille dei veneti. Nelle regioni del sud si arriva anche ad un rapporto 127 o addirittura 150 per mille. Questo secondo gli ultimi dati Istat.

Per la precisione nel 2019 hanno ottequtomil RdC 37.298 famiglie, corrispondenti a 86.793 cittadini, per una cifra di 478,51 euro. Nel 1° semestre 2021 le famiglie beneficiarie sono scese a 36.492, paria a 80.089 persone, per un assegno medio di 489,71 euro.

C’è anche da rilevare che in Veneto dei 17.130 percettori di RdC in carico all’Agenzia Regionale del Lavoro, 10.498 ( 61%9) hanno in corso un patto per il lavoro un patto per il lavoro. Cosa quasi inesistente in certe regioni meridionali. C’è comunque da rilevare che anche in Veneto dai controlli dell’INPS e della Guardia di Finanza svolti nei primi sette mesi del 2021 sono emerse delle irregolarità. Più di 500 persone hanno percepito il RdC senza averne direttore un danno erariale di poco meno di 2 milioni e mezzo di euro.