Cento lavoratori assunti. È l’operazione portata a termine in tre mesi da Fondazione Oasi (Opere di Assistenza e Servizi Integrati) nonostante le criticità legate all’emergenza pandemica. La Fondazione che gestisce nove centri residenziali per anziani tra Verona e provincia, oltre a due asili nido e una scuola dell’infanzia raggiunge così, con i “nuovi acquisti”, un totale di 645 dipendenti. I lavoratori in questione, 61 operatori sociosanitari, 23 ausiliari di cucina e 16 ausiliari che si occupano di pulizie, lavanderia e servizi generali, prestavano già la loro opera da anni nelle Rsa della Fondazione, in virtù di una convenzione con la Cooperativa Promozione Lavoro. Ora invece, questi lavoratori diventano a tutti gli effetti dipendenti della Fondazione Oasi.
«Si tratta di una scelta ponderata, pensata per fidelizzare queste persone, che lavorano con noi già da diversi anni», spiega Maria Mastella, presidente di Fondazione Oasi. «Vogliamo che chi opera nelle nostre strutture si senta professionalmente soddisfatto, motivato ed inserito a pieno titolo nella nostra organizzazione e sia giustamente valorizzato, a garanzia chiaramente anche della qualità dell’assistenza che offriamo ai nostri ospiti».
I nuovi assunti continueranno dunque ad operare, nei Centri di servizi Don Bortolo Mussolin di San Bonifacio, il più grande tra quelli afferenti a Fondazione Oasi con 132 dipendenti, San Giovanni Battista di Soave, Gaetano Dal Vecchio di Gazzo Veronese, Conte Arturo da Prato di Caldiero, Filippo Godi di Gazzolo, nel centro Steccanella di Cazzano di Tramigna e nel Centro Servizi Al Barana di Verona, mentre la collaborazione con la Cooperativa Promozione Lavoro continuerà in appalto per quanto riguarda il giardinaggio e le pulizie in alcuni dei centri.
«Siamo grati alla Cooperativa per i tanti anni di collaborazione, che peraltro in alcuni settori continua», prosegue Mastella. «In passato è stato grazie alla convenzione con loro che siamo stati in grado di integrare personale in un momento in cui le assunzioni nel pubblico erano bloccate», conclude. «Oggi siamo orgogliosi di poter offrire a questi lavoratori un rapporto contrattuale diretto che possa consolidare il senso di appartenenza che ci accomuna».