(di Elisabetta Tosi) I vini veronesi targati 2021 saranno freschi, profumati ed equilibrati, e anche se le quantità d’uva previste saranno inferiori a quelle dell’anno scorso (per il Veneto si prevede un -12%, pari a 12.481.000 quintali contro i 14.039.000 del 2020), quella che sta per iniziare si presenta come una vendemmia di grande qualità.
Sono le conclusioni che si possono trarre dal focus vendemmiale tenutosi di recente presso la sala convegni “Rocca Sveva” della Cantina di Soave; un appuntamento che la sezione Assoenologi Veneto Occidentale organizza ogni anno, a pochi giorni dall’inizio della raccolta delle uve, per fare il punto della situazione sulle Doc veronesi. L’incontro, aperto dai saluti del presidente della Cantina di Soave Roberto Soriolo, è stato anche occasione per festeggiare (con un anno di ritardo causa Covid) i 40 anni di fondazione della stessa sezione, per presentare il libro “Il Durello dei Monti Lessini”, e per ricordare un amico di tanti, l’enologo Gaetano Tobin, direttore della Cantina di Monteforte d’Alpone, scomparso di recente.
“Partiamo con la vendemmia 2021 con grande entusiasmo per la qualità delle uve – ha esordito Christian Marchesini, presidente del Consorzio dei vini Valpolicella – Abbiamo recuperato 5 giorni sul ritardo di maturazione che c’era stato finora, e la raccolta delle varietà precoci è già iniziata. Lunedì inizieremo con le Corvine più precoci”. Buone notizie anche dalle altre denominazioni scaligere: “Avremo una quantità inferiore alle precedenti annate, ma la qualità è di grande rilievo” ha la presidente del Consorzio del Custoza Roberta Bricolo, in rappresentanza dei colleghi del lago (Doc Garda e Bardolino), mentre Sandro Gini, presidente del Consorzio Soave, ha dato notizia che finalmente il Soave ha ottenuto dall’Europa l’ok per l’imbottigliamento del Soave solo in zona. Anche la denominazione del Durello, che in parte si stende anche in provincia di Vicenza, è ottimista sul suo futuro: “Noi del Durello non partiremo con la raccolta delle uve prima di una o due settimane – ha spiegato Diletta Tonello, vicepresidente del Consorzio Lessini Durello – ma l’annata si presenta bene sia su territorio veronese che vicentino. E’ un’annata fresca, le uve mostrano acidità importanti, sarà un millesimo ottimo per fare riserve”.
Soddisfatti di come stanno andando le cose anche i produttori di Pinot Grigio della Doc Delle Venezie: “Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati – ha detto il presidente Albino Armani – come l’equilibrio tra domanda e offerta, e a tempo di record siamo anche riusciti a modificare il disciplinare, introducendo la tipologia del Pinot Grigio rosato. Non tutti sanno che questo in realtà è un vitigno che da’ un vino ramato, non bianco, perciò dovremo imparare a comunicarlo”. Il 2021 dunque sarà un’ottima annata, ma che fatica per portarla a casa.
“Non esistono più annate semplici, la gestione viticola del 20121 si è rivelata molto complicata” ha commentato il direttore del CREA di Conegliano Diego Tomasi. Dopo un inizio d’anno tranquillo (e abbastanza piovoso), i mesi successivi sono stati un susseguirsi di rialzi precoci di temperature e gelate inaspettate, di grandinate e momenti di siccità. Alla fine, ha detto Tomasi “si prevedeva un’annata più tardiva, invece le recenti piogge hanno accelerato un po’ la maturazione. Quest’anno le uve hanno un equilibrio zuccheri-acidi che non si vedeva da tempo, soprattutto particolarmente nei vitigni a bacca bianca”. Molto bene anche le varietà rosse, i cui grappoli quest’anno sono più spargoli del solito, ideali per fare vini da appassimento. Ciò che desta un po’ di preoccupazione è invece il ritorno della flavescenza dorata, una malattia che si credeva ormai sotto controllo e che invece sta tornando a espandersi soprattutto nelle aree più orientali, come la Valdalpone. Per contrastarla, oltre alle note azioni di contrasto, bisognerà insistere su una maggior cura nella gestione agronomica e investire molto di più nella ricerca viticola.