Mancano otto mesi alle elezioni comunali. Il tempo per ricompattarlo ci sarebbe. Se si vuole. Ma il centrodestra è partito col piede sbagliato. La frizioni e le polemiche di questi giorni mostrano una coalizione divisa. Sono divisioni che la gente non capisce. Questioni da addetti ai lavori che all’elettore leghista, al fratello d’Italia o al berlusconiano non interessano. Non facciamo l’elenco delle schermaglie, delle recriminazioni, dei risentimenti. Non faremmo altro che gettare benzina sul fuoco. Che sarebbe esattamente il contrario di quello che vogliamo. Noi e il popolo del centrodestra che, non dimentichiamolo, a Verona e nel Veneto è la stragrande maggioranza.
Ultima in ordine di tempo la polemica sul voto in Provincia per le nomine del Consorzio Zai. Alla fine il centrodestra ha trovato la quadra. Gasparato è stato riconfermato presidente e sia la Lega e che FdI hanno trovato soddisfazione. Ma ciò non è piaciuto a Forza Italia che con un comunicato del suo segretario provinciale Claudio Melotti protesta per il fatto che “Sboarina, Maschio e Gasparato hanno stretto un’alleanza con il PD contro il candidato ufficiale di Forza Italia.” E ciò comporta da parte loro “l’assunzione della responsabilità politica di aver spaccato il centrodestra ad un anno dal voto delle elezioni amministrative del 2022 a Verona, e non solo.”
“Ieri – continua il comunicato di Forza Italia- si è consumata una spaccatura difficilmente sanabile all’interno del centrodestra ad un anno dalle elezioni a Verona”. Ecco, proprio quello che non dovrebbe mai succedere. Di tempo, da qui alle elezioni, per recuperare la situazione ce n’è. Basta solo un po’ di buona volontà. Ricordiamoci sempre del 2002, quando il centrodestra regalò la città alla sinistra.