20 cuccioli di Beagle di 4 mesi sono arrivati a Verona dalla Francia al centro ricerche della casa farmaceutica Aptuit, ex Glaxo, di proprietà della Evotec (tedesca). Finiranno nei laboratori come cavie. Aptuit è uno dei più importanti centri dove vengono sperimentati farmaci anche sugli animali. A denunciare la vicenda l’associazione Centopercentoanimalisti, che la sera dell’8 settembre ha organizzato un flash-mob di protesta in via Fleming, davanti alla sede della casa farmaceutica.
Gli animalisti affermano che la sperimentazione sugli animali non ha valore per gli umani dato che ogni organismo sviluppa risposte diverse. Addirittura spesso è fuorviante. Tra l’altro denunciano che dietro la vivisezione c’è un giro di affari miliardario e per questo viene mantenuta. I Beagle sono una delle razze più usate come cavie per la taglia, la lunghezza del pelo agevole per iniezioni e prelievi, la resistenza cardiaca, il temperamento docile e la capacità di vivere in gruppo, in modo da essere facilmente stabulati e costare meno.
Sui cagnolini vengono fatti studi di tossicità per sostanze industriali, alcol e stupefacenti. Vengono sperimentati trapianti. Nonostante le proteste della Lav ( Lega Anti Vivisezione) e l’ostilità di buona parte dell’opinione pubblica il ricorso ai beagle per la sperimentazione non è diminuito.
La legge italiana limita fortemente il ricorso ai cani nei laboratori, concedendo un’autorizzazione solo in casi specifici. Nonostante ciò circa 600 cani ogni anno vengono sottoposti a test tossicologici, prove per farmaci e per la produzione di apparecchiature.
La ricerca, purtroppo, si deve avvalere anche degli animali. I progressi della medicina che hanno allungato la vita media dell’uomo passano anche da quello. Tuttavia questa pratica, se necessaria, può essere minimizzata con delle leggi che la consentano solo su animali con un basso livello evolutivo e di autocoscienza e non sui primati e sugli amici dell’uomo.