Il Green pass è legge. Con la proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre è stabilito l’obbligo del green-pass per tutti i lavoratori, pubblici e privati. E’ di fatto un’ulteriore spinta al vaccino per coloro che ancora non l’hanno voluto ricevere. Anche perché la possibilità di essere ammessi al lavoro per i non vaccinati è subordinata ala presentazione del tampone che notoriamente ha un validità di 48 ore.
Sono stati anche aggiornati i parametri che determinano il colore delle regioni. Rispetto all’incidenza dei contagi peserà di più il tasso di occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva.
Il green pass servirà per: i servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per il consumo al tavolo se al chiuso; gli spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi; musei, biblioteche, parchi archeologici, complessi monumentali e mostre; piscine, palestre, sport di squadra, centri benessere; sagre, fiere, convegni e congressi; centri termali, parchi divertimento; centri culturali e sociali al chiuso; feste; concorsi pubblici.
La validità del vaccino viene elevata da nove a dodici mesi. Il test molecolare può essere eseguito su un campione salivare.
I familiari con green-pass potranno visitare gli ospiti delle case di riposo o di lungodegenza, di Rsa, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani anche non autosufficienti.
il nuovo provvedimento legislativo è incardinato sul concetto che il vaccino è alla base della lotta al Covid ed in mancanza -o in attesa – dell’obbligo, si esercita pressione sui no-vax. Ma i dati parlano da soli. Nel Regno Unito prima del vaccino c’erano mille morti al giorno. Ora ce ne sono meno di cento a fronte di un numero uguale di positivi. Non c’è bisogno di commentare queste cifre.