Pian piano, senza clamore, senza scossoni l’Unione Europea s’avvia a compiere uno dei passi più importanti e probabilmente irreversibili della sua storia. Il tema è delicato. Viene trattato con cura. Non tanto per non urtare la suscettibilità degli euroscettici, quanto per non suscitare reazioni avverse in quegli strati di opinione pubblica di sinistra tradizionalmente anti-militaristi o, quantomeno, avversi a tutto ciò che sa di eserciti, di armi, di guerra.

Non è ancora ufficiale, ma l’establishment europeo sta preparando il grande passo: la costituzione di una Forza Armata Europea. Che è tutt’altra cosa rispetto alla Nato, cui quasi tutti i paesi Ue aderiscono. Costituire un Esercito, una Marina ed un Aeronautica Europei significa fare un altro grande passo avanti nel processo di unificazione. Dopodiché mancherebbe solo la costituzione dello Stato Europeo. Una stranezza della storia perché sarebbe il primo stato costruito alla rovescia. Una bizzarria della storia con la costruzione iniziata dal tetto. Prima la comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), poi il Mercato Comune Europeo, quindi l’Unione Europea. Solo successivamente, se verranno, ma pare di sì, le Forze Armate. Quindi lo Stato.

Le vicende internazionali e la sconfitta in Afghanistan hanno certificato una situazione insostenibile: l’Europa è un gigante economico, ma un nano politico. Nanismo dato dal fatto che non è una potenza militare. Se la politica non è supportata dalla forza diventa flatus vocis, aria fritta. E i rapporti internazionali sono basati sulla forza, economica ma anche politica. E quindi militare.

Gli equilibri sono cambiati. Dal mondo unipolare a stelle e strisce siamo passati a quello tripolare. Usa, Cina e Russia. L’Europa al seguito dello zio Sam. Alla politica americana, che dopo il tracollo afghano e le tensioni interne si sta ripiegando su sé stessa, questo non serve più. Meglio un alleato dotato di autonomia militare. E allora avanti con la costituzione di una Forza Armata Europea.