In pieno centro, dove passano molti turisti per andare a visitare il Duomo, Corte S.Elena, la Biblioteca Capitolare, al numero 9 di stradone Arcidiacono Pacifico c’è un palazzo disabitato da almeno 20 anni, fatiscente, che cade in pezzi, tanto che hanno dovuto mettere tutt’attorno alla facciata delle assi a protezione dei passanti per evitare che vengano colpiti da qualche pezzo d’intonaco o altro. Non è un bello spettacolo in una strada dove si possono ammirare dei bei palazzi antichi in perfetta armonia con tutto il contesto architettonico circostante.
Il portone è chiuso dall’esterno con un catenaccio e non è dato di vedere quali sono le condizioni igieniche all’interno, anche se non è difficile immaginarle: habitat ideale per topi e insetti d’ogni genere.
L’intero palazzo era di proprietà dell’ing. Giuseppe Balconi, appartenente ad una famiglia di patrioti che durante il risorgimento ebbe anche un martire. Nel 1859 Federico, zio dell’ingegnere, per sfuggire ai gendarmi austriaci che erano andati per arrestarlo, si buttò giù dalla finestra del primo piano e morì dopo alcune settimane per le fratture riportate. “A lui non dolse morire – recita la lapide che si può vedere ancora sulla facciata della casa – ma il non morir combattendo per la libertà d’Italia” .
Giuseppe Balconi nel testamento lasciò il palazzo alla Chiesa, che ereditò l’immobile. In seguito la Chiesa deve averlo venduto in quanto ora l’edificio risulta di proprietà di una certa “Immobiliare S. Giuliano s.r.l” che evidentemente non ritiene di restaurare il palazzo.
L’Adige ha interpellato l’assessore all’edilizia Andrea Bassi per sapere a che cosa è dovuta questa incresciosa situazione. L’assessore s’è impegnato subito con grande disponibilità a verificare se ci sono le condizioni per chiedere un intervento per questioni di sicurezza pubblica.
Una cosa è certa: non è accettabile un simile degrado in centro! La proprietà va rispettata, ma entro certi limiti. Ci sono anche il decoro, la sicurezza e la funzione sociale!