Tutto faceva pensare che anche per l’età Mattarella, concluso il settennato, se ne sarebbe andato. Poi ci si è messo il Covid. A grande richiesta Draghi a Palazzo Chigi. Maggioranza enorme. Generale dell’Esercito a gestire i vaccini. Salvataggio dell’economia. Meglio lasciare tutto come sta. Draghi a Palazzo Chigi, Mattarella al Quirinale. Nessun trasloco. All’Italia serve stabilità, credibilità all’estero, spread basso. Non andiamo a cercar rogne. Niente gare per la Presidenza della Repubblica. Niente elezioni anticipate. Lasciamo lavorare Draghi. Poi qualcosa succederà.
E qualcosa è successo. Anche se non lo vogliono ammettere.
Il primo risultato è che il centrodestra non è più unito. O non lo è più come prima. Salvini e Berlusconi dentro il governo, Meloni fuori. Non poteva non avere conseguenze. Non è un gioco delle parti, ma una crepa. Che dopo le comunali di ottobre potrebbe allagarsi. Le posizioni si stanno divaricando. E se fino a ieri la vittoria del centrodestra alle prossime politiche era data per certa, oggi lo è di meno. Domani chissà. Se dovevano escogitare un sistema per non farlo vincere, forse ci stanno riuscendo. Col centrodestra diviso vince il deep state. L’establishment, quello italiano e quello europeo, può dormire tranquillo. La Meloni può anche prendere il 20%, ma tanto c’è l’altro 80%. Più che sufficiente.
Così il voto non sarà più un problema. E si sbloccherebbe anche la situazione per il Quirinale. Perché, anche se Mattarella è ancora in gamba, è anche vero che ha detto troppe volte di voler mollare. Ecco allora il piano B: Draghi Capo dello Stato a controllare dall’alto la maggioranza attuale con premier scelto in base al risultato delle elezioni. Poco importa se anticipate.
Tutto questo a una condizione: che il centrodestra si divida. Non saranno mica matti?