Tosi fa discutere il centrodestra. Di qui alle elezioni se ne sentirà parlare sempre di più. Prima i rumors nei corridoi del palazzo, accompagnati da conferme e smentite. Poi l’uscita di Salvini a Bovolone domenica scorsa. Quindi le dichiarazione di Lollobrigida, vice della Meloni, e ieri l’uscita di Zaia d Venezia. Ognuno con una posizione diversa.
Cerchiamo di capire. Partiamo dai rumors. Il dato comune è che qualche chiacchierata fra Tosi e la Lega dev’esserci pur stata. Altrimenti un caso Tosi non ci sarebbe. Il fatto poi che Salvini, pur buttando la palla nel campo dei leghisti veronesi, ne abbia parlato in termini possibilisti dimostra che il problema esiste. Fino all’anno scorso, richiesto di un possibile accordo sarebbe stato tranchant. Domenica no: “Mai dire mai” ha ammonito scaricando la decisone sulla dirigenza veronese. Anche se è poco credibile che una scelta di tale portata non passi da lui. E infatti c’ha pensato Zaia a riportare la questione nei giusti termini. E’ una scelta della Liga Veneta, ha ricordato. Deciderà il “Consiglio Nazionale”, ovvero la segreteria regionale. Ma, ha aggiunto, la cosa non è nell’agenda. Ovvio. Mancano otto mesi!
E poi non bisogna dimenticare la reazione di Fratelli d’Italia, il partito di Sboarina. Il giorno dopo è arrivato a Verona in numero due a confermare che il partito candiderà e sosterrà il sindaco uscente perché ha fatto bene. E poi, ha soggiunto, il problema non si pone nemmeno per il centrodestra perché Tosi si è messo fuori da solo quando s’alleato con Renzi ed ha sostenuto il suo referendum. Questo il film degli ultimi tre giorni.
La Meloni, pur non intervenendo in prima persona, è stata chiara: la candidatura Sboarina non si tocca. Salvini ha aperto una porta a Tosi indicando nella Lega di Verona quella che decide. Zaia, senza entrare nel merito, si è richiamato alle regole del partito che assegnano la decisione al livello regionale. E infine i leghisti veronesi stanno ragionando non tanto di riprendersi Tosi, ma di un qualche accordo elettorale. Che cosa se ne deduce? Che una situazione che poteva essere tra le più tranquille d’Italia si comincia a ingarbugliare.
L’unica nota positiva al momento per questo Centrodestra è l’assenza del Centrosinistra: Damiano Tommasi non scioglie la riserva e questo non fa che aumentare il rischio di trovarsi sotto elezioni con un candidato dell’ultimo minuto dopo aver esasperato differenze e individualismi. Ma se Tommasi non libera la posizione, nessuno fra i big accetterà di mettersi in gioco e trovare nella “società civile” un altro Zanotto potrebbe essere particolarmente difficile.