(di Paolo Danieli) La transizione ecologica oggi è di gran moda. Ne hanno fatto perfino un ministero. C’è tutto un movimento d’opinione che continua a sollevare le tematiche ambientali e nel giro di poco più di un decennio dovremo comprarci tutti la macchina elettrica. Immaginiamo il business che c’è sotto. Siamo tutti d’accordo che bisogna salvare il pianeta. Continuare così com’è stato fatto negli ultimi cento anni è come segare il ramo su cui siamo seduti. Ma non basta. Mettere le pale eoliche o i pannelli solari, imporre le auto elettriche e la riduzione del l’utilizzo della plastica è come aggiustare l’aria condizionata del treno mentre questo corre a schiantarsi a 300 all’ora senza nessuno che lo guida. 

Il problema o lo si risolve alla radice o non lo si risolve. Bisogna agire sulle cause, non sugli effetti. E le cause sono riconducibili ad un’unica causa: il sistema economico e politico che vige nel mondo. Il vero problema è il capitalismo, aggravato dalla sua ultima versione “turbo”, dalla finanziarizzazione dell’economia, dalla concentrazione del potere nelle mani di pochi.
E’ il sistema capitalista che ha innescato quel meccanismo perverso che ha portato al consumismo sfrenato. Non solo nel senso che si spinge l’uomo a consumare il più possibile per aumentare la produzione e quindi i guadagni di chi produce, ma anche nel senso del consumo del suolo, dell’aria, del mondo che, non dimentichiamolo, è un sistema finito. Invece il meccanismo del capitalismo non conosce limiti. Prevede consumi infiniti in un mondo finito. E questo è impossibile. E’ incompatibile con l’esistenza dell’uomo sulla terra, perché o sarà la natura a ribellarsi -e già qualche segnale c’è- o quando il sistema capitalista imploderà, perché l’espansione economica infinita non può essere, sarà una catastrofe umanitaria.

E’ quindi sul sistema politico ed economico che regge il mondo che bisogna agire. E in fretta. Tutelare la foca monaca e il panda è doveroso. Ma per tutelare noi stessi e i nostri figli dobbiamo alzare lo sguardo oltre lo schermo del pc e pensare con la nostra testa. Smettiamo di segare il ramo su cui siamo seduti e scendiamo dall’albero prima che sia troppo tardi.