Quando muore qualcuno dispiace sempre. Quando muore un assassino no. Non siamo ipocriti. Non è vero che tutti, una volta morti, sono buoni! Chi era una carogna da vivo, rimane carogna anche da morto. Non prendiamoci in giro! Un assassino rimane assassino anche quand’è morto. Quindi non facciamo finta di dispiacerci se Emanuele Impellizzeri s’è impiccato nella cella del Carcere di Montorio dov’era stato rinchiuso reo confesso dell’omicidio di Chiara Ugolini. Una ragazza brava e bella che aveva tutta la vita davanti. E che lui per pura malvagità ha ucciso. Impiccandosi ci ha liberato della sua presenza. E questo è un fatto positivo. Ha fatto l’unica cosa giusta che poteva fare. Si è inflitto da sé quella condanna a morte che si merita chi uccide e che la nostra società non ha più il coraggio di comminare. Ha risolto subito la sua pratica – l’altra, quella di Chiara, non si chiuderà mai, se non altro per il dolore dei suoi genitori e del ragazzo che l’amava- senza farci spendere soldi per mantenerlo, per processi, appelli e contro-appelli. Si è tolto, come si dice, dalle spese. Di nome e di fatto. Un suicidio che in qualche modo e solo parzialmente rende giustizia alle sue vittime.