Cattolica Assicurazioni perde terreno dopo che Generali ha pubblicato il documento di offerta relativo all’offerta pubblica di acquisto volontaria su Cattolica finalizzata al delisting a 6,75 euro per azione. Il titolo ha avviato gli scambi con un gap più ampio andando a testare a 7 euro circa la media mobile esponenziale a 50 sedute.
Secondo qualificati analisti, è probabile un progressivo arretramento dei prezzi verso il prezzo fissato dall’OPA a 6,75 euro. In caso di reazione sarà comunque difficile il superamento di 7,23 euro. Il periodo di adesione, concordato con Borsa Italiana S.p.A., avrà inizio alle 8.30 (ora italiana) del 4 ottobre 2021 e terminerà alle 17.30 (ora italiana) del 29 ottobre 2021 (estremi inclusi), salvo proroghe. Il 29 ottobre 2021 rappresenterà, pertanto, salvo proroghe, la data di chiusura del periodo di adesione all’Offerta e la data di pagamento delle Azioni portate in adesione all’Offerta cadrà il quinto giorno di borsa aperta successivo alla chiusura del periodo di adesione, pertanto il 5 novembre 2021.
Le condizioni dell’Opa sono state oggetto di una nuova contestazione da parte di Maurizio Zumerle (per anni leader dei piccoli azionisti della compagnia scaligera) che questa mattina ha evidenziato come il patrimonio netto per azione sia ampiamente superiore al prezzo in Opa: 10,97€/azione al 31 marzo 2020, 12,33€/azione al 31 marzo 2021 e 11,21€/azione al 30 giugno scorso. Anche i dati economici al 30 giugno scorso evidenziavano una Cattolica in gran salute – raccolta a 2,598 miliardi€ più 21,7%; risultato netto consolidato a 304 milioni€ più 304%; risultato netto di Gruppo a 107 milioni€ più 938% dopo la pulizia del precedente bilancio – e per Zumerle questa è la migliore conferma di una “svendita” pilota della compagnia di Lungadige Cangrande a favore del Leone giuliano. Un’analisi indipendente – qui il nostro articolo del 22 settembre scorso – evidenziava però come “plausibile” soltanto un rilancio delle Generali a 7,3-7,5€ ad azione in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi dell’Opa, un valore in linea con le quotazioni delle scorse settimane ma che oggi la Borsa sembra non ritenere più possibile. Ed anche questo “mancato guadagno” può essere intestato agli ultimi anni di gestione della Compagnia ancora oggetto di attenzione da parte della Consob. Un “modello scaligero” della finanza che alla fine ha mostrato tutti i suoi limiti.