Si parte con Dante. Il Teatro Ristori mercoledì 6 ottobre 2021 alle 20.00, inaugura la Stagione 2021/2022, con una creazione del coreografo Emiliano Pellissari e di Marianna/P, Inferno 2021 – Dante’s Hell, interamente dedicato all’opera del Sommo Poeta, in occasione della ricorrenza dei 700 anni dalla sua morte. L’evento di apertura della stagione del Teatro Ristori vuole essere un momento di condivisione e ripartenza, promuovendo attraverso la musica, una comunità aperta e coesa.
In 15 anni la critica ha tentato di interpretare lo spettacolo “Inferno”. Non è danza, nel senso che non appartiene alla storia della danza, non è prosa, non è physical theatre, cos’è? A 15 anni dalla prima opera demonica dal tema ultramondano, voler offrire e svelare gli studi e le sperimentazioni che portarono al compimento dell’opera e alla creazione di uno stile unico nel suo genere. In questa nuova edizione si vuole portare alle estreme conseguenze le scelte registiche, sceniche e coreografiche che hanno portato alla creazione dello spazio scenico e alla tecnica coreografica Nogravity. Inferno 2021 è uno spazio teatrale dove si annulla la fisica della realtà e appare come un esperimento teatrale sognato ad occhi aperti.
I danzatori non danzano propriamente ma eseguono movimenti in scena secondo una grammatica coreografica che non ha nulla a che vedere con il mondo e la storia della danza: né classica né contemporanea. In questa nuova edizione dell’Inferno Emiliano Pellisari (studi umanistici e una lunga gavetta nel teatro e nel cinema) e Mariana Porceddu (danzatrice diplomata all’AND nel 2004. Dal 2009 Mariana diventa assistente coreografa e dal 2010 inizia a firmare le coreografie insieme a Pellisari) si sono abbandonati al puro piacere dell’arte coreografica scatenando l’immaginazione sul corpo umano che è violentato dalla forza cinetica, fasciato da tessuti bagnati, bendato da corde e stracci, schiacciato a terra e contemporaneamente appeso in aria.
In questo spettacolo, per la prima volta, la tecnica coreografica illusionistica della nogravity è completamente svelata e nello stesso tempo libera di esprimersi senza vincoli scenici. Pellisari ha creato uno spazio scenico aperto dove il corpo di Mariana/P può agire in tutte le dimensioni in una esplosione di fantasia e potenza. Ma ciò che appare come pura forza in verità nasconde una tecnica coreografica che impone un autocontrollo del corpo umano. Le azioni apparentemente casuali in verità sono geometricamente perfette. Il fine della tecnica nogravity è di creare sempre una composizione dei corpi armoniosa e regolare, anche se asimmetrica comunque esteticamente sempre perfetta. Mariana/P non conduce in scena dei danzatori ma marionette che agiscono nello spazio creando disegni e simmetrie come mattoni incastonati su una parete, sono tasselli di un mosaico che produce armonie e disarmonie.
Dalla collaborazione di lunghi anni tra Pellisari e Marco Visone, che segue la direzione tecnica, ha trasformato la messa in scena portando ad una sintesi minimalista dell’apparato scenografico illusionistico a favore di una libertà espressiva maggiore delle coreografie. Le luci a loro volta si sono raffinate offrendo nuove sfaccettature all’immagine scenica. Danzatori, atleti e acrobati sfidano la gravita ed immagini straordinarie appaiono dal buio in una carrellata senza sosta di effetti. Un mondo dove il reale e il virtuale si mischiano in un caleidoscopio di immagini sorprendenti tratte dalle immagini più forti dantesche. Uno spettacolo dove il disegno della luce, la musica e l’illusione si coniugano con la danza, il physical theatre e la mimica.
Si entra a teatro col green pass.