Non è passata inosservata l’assenza della Lega al Consiglio dei Ministri di ieri. Assenza tutta politica. Presa di distanza dalla volontà del governo di rivedere gli estimi catastali che, secondo Salvini, ma non solo lui, è il primo passo per arrivare successivamente all’aumento delle tasse sulla casa. Non è così secondo Draghi, che nella revisione vede un semplice adeguamento della valutazioni, troppo vecchie per essere accettabili. E poi, dice il premier per tranquillizzare gli italiani che posseggono una casa e che sono moltissimi, la revisione degli estimi è un processo lungo, che terminerà non prima del 2026. Sì, è vero, caro Draghi, dice le Lega spalleggiata dalla Meloni, ma alla fine sempre di aumentare le tasse sulla casa si tratta. E questo non lo accetteranno mai, specie sulla casa, bene primario e per di più già tartassato dell’Imu.
Draghi getta acqua sul fuoco e dice che la riforma del catasto “non è una patrimoniale”, E aggiunge “questo governo non tassa, non tocca le case degli italiani. L’ho detto fin dall’inizio: questo governo non aumenta le tasse”.
Sembra un po’, mutatis mutandis, la storia del vaccino. Il governo non ha il coraggio di mettere l’obbligo. Così rende la vita difficile a chi non si vaccina per ottenere il massimo dei vaccinati.
Sulla casa non ha coraggio di aumentare le tasse, ma rivedendo gli estimi catastali ottiene lo stesso risultato indirettamente.
Ma gli italiani non sono nati tutti nella camera dei salami e non la bevono tanto facilmente. Anche perché agli italiani puoi toccare tutto, ma non la casa che, oltre ad un valore economico ha anche un valore simbolico, di rifugio, di famiglia, di sicurezza.
E andare a toccare la fiscalità sulla casa proprio nel momento in cui l’edilizia, che come tutti sanno è un settore trainante dell’economia, sta tirando, non pare proprio una bella idea.