Buone notizie per i viaggiatori, un po’ meno per i veronesi che vorrebbero poter considerare ancora il Catullo uno scalo di una qualche residua rilevanza. Illusione destinata a sbiadirsi ulteriormente con le due notizie appena apparse sui siti delle compagnie e del turismo aereo. Ryanair ha aperto la sua nuova base di armamento… dove? Ma a Venezia, dove altro? E WizzAir ha fatto esattamente la stessa scelta. E come biasimare i vettori se a dispetto di tante parole spese la società che gestisce entrambi gli aeroporti continua a puntare sul Marco Polo, il cavallo vincente, e a dedicare a Verona poco più che progetti futuribili, una specie di “tachipirina e vigile attesa” aeronautica?
La low cost di Michael O’Leary, leader incontrastato in Europa e ormai anche in Italia, si accomoderà a Venezia con tre nuovi Boeing 737 8-200 “Gamechanger”, preparandosi a raccogliere viaggiatori a man bassa nello scalo lagunare grazie alle 18 nuove rotte annunciate (che portano il totale a 24) verso 12 Paesi europei dall’estate 2022. Manca la ciliegina sulla torta: e cioè che il nuovo calendario dei voli da Tessera si porterà dietro un consistente ritorno in termini di occupazione, con cento nuovi posti di lavoro diretti e un ricco carnet di oltre 160 decolli la settimana.
Una nota della compagnia precisa che il rafforzamento “al Marco Polo rappresenta un impegno verso il Veneto, dove Ryanair ha già aperto quest’anno una base con due aeromobili a Treviso (con 48 rotte)”. A dire la verità c’è anche un contentino per Verona: a favore del Catullo sono stati annunciate ben due nuove rotte per Porto e Palma de Maiorca dalla prossima estate, un annuncio che visto da Verona fa sembrare una beffa l’intenzione di “rafforzare ulteriormente l’impegno di Ryanair a supporto della ripresa del settore turistico del Veneto”. Ma non si può avere tutto, no? Molto soddisfatto Camillo Bozzolo, direttore commerciale Aviation di SAVE Group, che aggiunge: “L’attivazione della nuova base di Ryanair a Venezia rafforza la presenza del vettore nel nostro territorio, accelerando la ripresa del traffico avviata ad inizio giugno con l’apertura della base di Treviso”. Strategie “che permetteranno di velocizzare il recupero dei volumi di traffico pre-pandemia”. Nel “nostro” territorio. Non fa una piega.
Chissà se a Venezia rimarrà un po’ di posto per WizzAir, che ha annunciato anch’essa l’apertura di un’altra base in Italia (la settima) sempre al gettonatissimo Marco Polo, schierando due Airbus A321neo per quattro nuove destinazioni nazionali e dodici internazionali verso nove Paesi. Il rafforzamento di WizzAir al Venezia segue altre sei aperture a Malpensa, Bari, Catania, Palermo, Napoli e Fiumicino. Anche in questo caso il Marco Polo, grazie alla scelta di SAVE, potrà contare su 70 nuovi posti di lavoro diretti e altri 800 con l’indotto. Il presidente del gruppo WizzAir Robert Carey ha tenuto a sottolineare che i nuovi Airbus sono “moderni ed ecologicamente sostenibili, così da proteggere le gemme di Venezia e delle zone limitrofe”, anche perché sono meno rumorosi del 50%. Ha ragione, infatti tutto il resto è silenzio. Soprattutto al Catullo.