La sanità veneta è impostata giustamente sul pubblico. Il massimo di concentrazione dell’ospedalità privata è nella Ulss 9, cioè in provincia di Verona, dove, a differenza delle altre provincie, ci sono due grandi ospedali privati: l’Ospedale Sacro Cuore di Negrar e l’Ospedale Pederzoli di Peschiera.
Entrambe queste strutture sono ormai inserite nella rete ospedaliera regionale ed assolvono egregiamente il loro compito, assorbendo un grande quantità di pazienti e fornendo un altrettanto grande quantità di prestazioni. Il dato importante è che accanto alla quantità c’è anche la qualità.
Ed un esempio viene da Negrar, ospedale che fa anche parte della rete della sanità cattolica, che è diventato un’eccellenza anche per la ricerca e la cura nel campo delle malattie infettive e tropicali.
E proprio in periodo di lotta al Covid assumono particolare rilevanza i due nuovi Laboratori di biocontenimento, che si affiancano ai quattro che già funzionano, inaugurati ieri dall’assessore alla Sanità del Veneto Manuela Lanziarin. Essi sono stati allestiti per la ricerca in vitro di patogeni è ad alto biocontenimento, livello di sicurezza 3 su 4. Serve per studiare i virus pericolosi com’è appunto il SARS-CoV-2.
Come illustra l’Assessorato uno dei due nuovi Laboratori del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali e Microbiologia “è appunto quello ad alto biocontenimento, dove verranno studiati il virus SARS-CoV-2 e altri virus emergenti, come West Nile, originario dell’Africa ma da anni presente in alcune zone d’Italia. Inoltre saranno oggetto di ricerca il virus della dengue e chikungunya, endemici nelle regioni tropicali, ma che hanno già causato focolai epidemici anche in Occidente perché possono essere trasmessi dalla zanzara tigre”.
“Sulla sorveglianza di questi virus – ha detto l’Assessore – la Regione collabora già da dieci anni con il Centro di Negrar, e ora sarà possibile effettuare anche una ricerca di livello avanzato in laboratorio”. Un altro ambito di ricerca sarà sui micobatteri, che causano gravissime patologie, tra cui la tubercolosi e la lebbra.”